Ash and Stone, il folk pop intimo e vulnerabile di Joshua Hyslop
Ash and Stone pubblicato l’11 settembre 2020 per Nettwerk Records è l’ultimo lavoro del cantautore canadese Joshua Hyslop.
Un lavoro, per sua stessa ammissione, molto più personale rispetto ai precedenti. Si allontana empaticamente dagli altri per mettere in scena la sua storia, la sua salute mentale, di dubbi, le relazioni e, in ultima analisi, la speranza; Ash and Stone è un album che si traveste allo stesso tempo da diario segreto e seduta psicoterapeutica.
Gentle heart il singolo che ha anticipato l’album, è una buona dose di speranza quando tutto sembra oramai perduto; scritta per un amico è una pacca sulla spalla dal sapore di una coperta calda. È un sottile gioco di contrasto tra il tono cupo del suono country della chitarra a pedale in acciaio che ondeggia in sottofondo, e una narrazione capovolta dalle parole promettenti e piene di fiducia.
Speranza e perseveranza, considerando che quando è stato scritto non si immaginava minimamente che la vita di lì a poco sarebbe stata un tantino diversa, con Ash and Stone non si può negare che Hyslop c’abbia visto lungo.
Le 11 tracce dell’album si caratterizzano di effetti atmosferici ed arrangiamenti folkpop, formulati anche con strumenti a fiato per portarle, almeno dal punto di vista musicale, oltre il livello di intimi home concert decisamente romantici e malinconici. Cenere e pietra per versi in cui si cala tutta la sua vulnerabilità che si scioglie in una tavolozza folk che si arricchisce di pedal steel, synth e corni.
Nata ad Aversa, da qualche anno a Bologna; belli portici, il melting pot culturale, i tortellini, i concerti, ma l’umidità resta un problema serio. Osservo il mondo immaginandovi una colonna sonora e se c’è del romanticismo alla Serendipity, questa sarà sicuramente Mind Games. La prima cosa che mi interessa dei concerti sono le luci, le luci e la gente. Sogno che un giorno si ritenga importante una rubrica del tipo “La gente che va ai concerti”. Alle feste mi approprio con prepotenza, del ruolo di dj, e adoro quando arriva il momento dei Bee Gees. Faccio classifiche per ogni aspetto dello scibile umano, playlist per ogni momento topico della vita. Canzone d’amore più bella di sempre Something (ma penso di essermi innamorata con Postcards from Italy), per piangere Babe I’m gonna leave you, colazione con Mac de Marco, quando fuori è freddo i Fleet Foxes, ma se c’è divano e film, è subito Billy Joel. Riflessioni esistenziali con Bob Dylan e Coltrane, mi incanto col manuche, shampoo con Beyoncè, terno al lotto con i Beach Boys, libiiiidine con Marvin Gaye. Stupore e meraviglia con The Rain Song, Nina Simone se necessito di autostima, forza e coraggio, sogno infinito con Sidney Bechet.
Potrei continuare, ma non mi sembra il caso. Si accettano suggerimenti e elargiscono consigli.
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