El Rastro Firme: un’allegoria del passare del tempo
Attivo da due decenni nella scena artistica andalusa e spagnola, originario di Cordova, Juan Lopez Lopez è un artista multidisciplinare, regista e produttore di musica elettronica. Una carriera passata creando musica per forme d’arte visive e documentari, oltre a performance e colonne sonore, un creativo a tutto tondo impegnato nell’ultimo album autoprodotto, El Rastro Firme, nell’interpretazione della colonna sonora composta per il documentario The FirmTrail, scritto e diretto da Fernando Gómez Luna.
Le otto canzoni del disco funzionano come frammenti di un mondo in decomposizione, sospese nella nebbia, nella polvere, nel ghiaccio, nel vuoto siderale. Un viaggio in un tempo incerto, ricco di atmosfere dense e minacciose tra le quali s’intravede uno spiraglio di luce.
Il primo brano, La belleza en elvacío, si regge su droni atmosferici e field recording, uno scontro tra le intime melodie e la costante tensione che attraversa la traccia. Note sospese e vibranti per un finale immaginifico dal carattere cinematografico.
A seguire con Desobediencia íntima Juan esplora le sonorità più morbide dell’ambient: loop di frammenti sonori e campioni ambientali vanno a comporre un paesaggio astratto dal forte impatto melodico. Verso la metà della traccia i suoni iniziano a incupirsi, nella sua estrema semplicità, la struttura del brano vive di contrasti in grado di toccare varie sfumature della musica atmosferica.
Volver a encender è caratterizzata da una intensa stratificazione, una musica pensata per fermare il tempo con un effetto meditativo sull’ascoltatore grazie all’uso di un sound monocromatico che lentamente s’ingrossa diventando monolitico.
El Rastro Firme è un album che funziona come un’allegoria dell’implacabile e inevitabile passare del tempo, tra nostalgia e ottimismo. Una colonna sonora per smettere di essere schiavi del tempo. La musica di Juan resta un’esperienza unica che s’infila nel cervello sottoforma di una musica ambient davvero eccezionale.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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