Una nuova rotta per JuJu
Scorrendo la discografia di Gioele Valenti, dai LayLlamas in coppia con Nicola Giunta al progetto Herself, ci si accorge di quanto la componente esoterica e psichedelica sia sempre stata una costante fondamentale nell’immaginario della musica del musicista siciliano.
Queste componenti trovano la sua espressione massima in JuJu, l’ultima creatura di Valenti nota per un sound che combina numerosi stili come Afrobeat, Krautrock, Psychedelia (OccultPsych) e Art Rock.
Pubblicato il 22 ottobre per la britannica Weird Beard Record, il nuovo album La Que Sabe segna un cambio di rotta per il Nostro che si sposta verso un immaginario molto più “occidentale”, combinando Post Punk, Shoegaze, Darkwave, Industrial, Synthpop e R’n’R con Dance, Club e Disco.
Ad aprire La Que Sabe i riff granitici di Not This Time, un mix di post-punk e psichedelia scandito da una debordante sezione ritmica. Segue Nothing Endures con la voce di Valenti che fluttua sulla melodia sintetica di sottofondo. Atmosfere dark wavetra sintetizzatori, trame chitarristiche e un basso che da solo vale tutta la bellezza del brano.
She’s Perfect è un brano post-punk dalla spiccata personalità, a metà strada tra The Jesus And Mary Chain e Sister Of Mercy. La voce tenebrosa è spalleggiata da una musica malata e inquietante che culmina in una danza delirante dal suono travolgente. Il misterioso fascino di Days In The Sun verte, diversamente dalla traccia precedente, sulla lentezza e sugli elementi estatici del brano per una ventata catartica, cupa e ipnotica che evoca lande desolanti.
L’album si chiude con Beautiful Mother, il sound teso e lisergico delle chitarre misto alla ritmica tribale che guida il brano fanno della traccia un mantra ossessivo.
La Que Sabe è un’esperienza mistica e magica che aggiunge un altro tassello nella carriera di Gioele Valenti. JuJu si conferma un progetto solido dalle idee ben chiare.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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