Temporal: il suono di migliaia di ferite aperte
Nuovo album per Julia Kent.
Temporal, pubblicato il 25 gennaio 2019 per The Leaf Label, è il sesto album in studio per la violoncellista canadese. L’album è una meditazione sulla natura transitoria e fragile dell’esistenza. Gran parte della musica presente nel disco è stata originariamente scritta per accompagnare delle produzioni di teatro e danza.
“L’ispirazione iniziale era più esterna che interna, in quanto molti di questi pezzi sono nati come risposta a un testo o a un concetto coreografico,” spiega Julia, “ma sembravano tutti provenienti dallo stesso mondo emotivo e aveva senso tesserli insieme in un disco”.
Sette le tracce che compongono il disco tutte rigorosamente pervase dalla stessa atmosfera eterea e malinconica, realizzata grazie all’uso di suoni organici e umani.
Una lunga suite iniziale, Last Hour Story, apre Temporal. In dodici minuti la musicista di Montreal è in grado alternare splendidamente atmosfere intrise di torpore a momenti cupi e introspettivi.
Essenziale e raffinata la seconda traccia, in Imbalance gli accompagnamenti elettronici si fanno sottili in un crescendo che abbraccia musica classica ed elettronica.
Julia campiona le voci di una produzione teatrale e le trasforma in trame irriconoscibili che diventano ferite aperte mai rimarginate.
Il sound si stratifica con il sontuoso fraseggio e il pizzicato di Floating City che si sviluppa in aperture ariose; Sheared è intensa e drammatica proprio come l’atto centrale di uno spettacolo, con il massimo del pathos concentrato tra le note del violoncello.
In Through the Window ritroviamo tutta la delicatezza di Julia, una carezza per chi ascolta la traccia, una composizione soffusa che lascia spazio a Crepuscolo, la traccia che chiude il cerchio. Note sospese di piano, il violoncello si compone di strati diversi, il tutto dal forte dal carattere cinematografico.
Temporal è un ottimo disco, un connubio perfetto tra tecnica ed emotività. Julia Kent mette in scena il suo lavoro più maturo, sette tracce in grado di colpire nella parte più fragile dell’essere umano.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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