Le tracce in dissolvenza dei Julian Ross
Due anni dopo l’uscita di Retrospective (Silent Flow, 2018), Julian Ross, il duo ambient / post-rock formato da Ettore Di Roberto, co-fondatore e membro dei Port-Royal, e Andrea Comotto, entra nel roster di Sound In Silence pubblicando il 14 dicembre 2020 il nuovo full lenght Fadeway.
Masterizzato da Emilio Pozzolini, membro dei Port-Royal, Fadeaway offre 35 minuti di pura poesia sonora: cinque tracce ipnotiche, algide e sognanti costruite attraverso l’uso di synth pad, linee di basso ipnotiche, delicati arpeggi di chitarra acustica, ritmi sottili, glitch elettronici, campioni lo-fi e field recording.
In apertura l’introspettiva Till è una miscela di suoni acustici ed elettronici dalla forte potenza narrativa. Scintillanti arpeggi di chitarra si stagliano su un paesaggio sonoro composto da una trama di droni e field recording. Da un lato i suoni morbidi acustici, dall’altro l’elettronica disegna una fitta impalcatura tagliente e rarefatta. Come neve al sole, gli arpeggi di Death si sciolgono tra le luci di un tappeto caldo e avvolgente realizzato da sintetizzatori e campioni vocali. Un brano morbido che filtra le emozioni del duo, Death ferma il tempo e cattura la magia di un istante che sarà ricordato per sempre. Us è un flusso di atmosfere dilatate, un beat minimale con impalpabili tensioni elettroniche che esaltano la linea melodica della traccia.
Part chiude Fadeway: i suoni del synth filtrato nell’effetto cathedral aprono una traccia in continuo crescendo che avvolge l’ascoltatore con un muro di droni. Un gioco di silenzi e corpose ventate di suoni si chiudono con la parte finale nella quale viene fuori la semplicità di una chitarra e una voce effettata.
Fadeway è un album in bilico tra Labradford, Tim Hecker, Fennesz e naturalmente i Port-Royal. Meravigliosamente candido, questo disco è un mix perfetto di ambient caldo, elettronica delicata e post-rock minimale. Musica strumentale e sognante dalle strutture complesse in grado di far star bene l’ascoltatore e di essere recepite da tutti. Da ascoltare nelle giornate fredde davanti ad un buon thè, l’effetto confortante è lo stesso.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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