La tensione soffocante di Julien Bayle
A pochi mesi dall’uscita di Void Propagate, torniamo a parlare dell’artista francese Julien Bayle. Pubblicato tramite Elli Records, The.collapse è il racconto del fragile equilibrio tra il sentimento umano di onnipotenza e la fragilità del sistema globale su cui tutto si basa.
Il nuovo album di Bayle è stato composto e arrangiato in studio attraverso una serie di registrazioni che mantengono gli errori e i disturbi ambientali al fine di ottenere una sensazione di improvvisazione e imprevedibilità.
The.collapse è composto da cinque brani nei quali è presente una serie di tensioni e rotture che si rispondono l’un l’altra come una sorta di lotta permanente tra potere e debolezza.
L’album si apre con il flusso sonoro di Opening, un suono di tape fisico e materico che combinato con field recording e modulari crea una tensione soffocante. Suono che viene disgregato da Bayle in particelle minute che si aggregano in frattali.
Tracce come Aftermath hanno un avanzare lento, la terza composizione si presenta come un ambiente straniante formato da essenziali trame elettroniche e flebili risonanze ambientali che durante il suo scorrere mutano forma fino ad ampliare la componente sensoriale della musica di Bayle.
A seguire con Rupture la materia sonora s’increspa e dal flusso sinuoso di Aftermath si passa ad uno tagliente, di derivazione noise. La traccia è un succedersi di allucinate visioni fotografiche, dai tratti indefiniti, in cui le bordate di rumore creano un’atmosfera fortemente alienante.
L’album si chiude con il rework di Opening François Larini aka Squncr che dà alla traccia un’impronta ambientale, dilatando i suoni e creando un’atmosfera distesa.
Nel complesso The.collapse è un album che ha bisogno di un ascolto profondo per cogliere a pieno i dettagli delle composizioni di Julien Bayle, un vortice caotico e confusionale che cresce fino a causare una perenne tensione soffocante.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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