The Mosaic of Transformation: il legame fra musica e meditazione
Gli ultimi anni sono stati ricchi di novità e cambiamenti nel percorso musicale di Kaitlyn Aurelia Smith. Se con The Kid, uscito nel 2017, aveva in parte accantonato le sonorità progressive electronic degli album precedenti in favore di uno stile più vicino all’art pop e alla neo-psychedelia, l’anno scorso, con Tides, un lavoro interamente dedicato allo yoga, la proposta era un misto fra ambient e new age.
Proprio dalla meditazione e da una ricerca in primis spirituale, e poi musicale, nasce The Mosaic of Transformation, in uscita il 15 maggio 2020 per Ghostly International. Il concept alla base dell’album, oltre lo yoga, com’è evidente sin dalla copertina, ripercorre l’intero mondo dell’energia e della meditazione. Non è un caso che la stessa Smith abbia definito quest’ultima fatica come il suo esperimento più vicino all’elettricità, intesa nell’accezione più mistica possibile.
Un lavoro, quindi, inevitabilmente etereo, nel senso più largo e vario del termine: che sia nelle trame suadenti di Remembering o nell’intima eleganza degli echi di The Steady Heart, la connessione tantrica fra suoni ed elevazione spirituale è evidente.
Carrying Gravity è forse il pezzo che più di tutti si avvicina all’ambient del precedente Tides, avvolgendo l’ascoltatore in una bolla fragile pronta a scoppiare nelle sonorità space di The Spine Is Quiet in the Center.
Chiude la lunga suite Expanding Electricity, manifesto dell’intero album: attraverso una gestazione che racchiude una trascinante intro sinfonica, suoni analogici ed arpeggi tipici della new age, il fine ultimo è quello di un’espansione sia interiore che esteriore dell’elettricità energica scaturita dal movimento e dall’ascesi.
The Mosaic of Transformation è un lavoro sicuramente criptico, difficile da decifrare anche dopo diversi ascolti, ed è forse questo il suo limite maggiore: prima ancora di trovare un collegamento con il già ostico concept, c’è da trovarne uno con l’album.
Nonostante ciò, è difficile non apprezzare, una volta scardinate le sue difese, il lavoro certosino e impeccabile di Kaitlyn Aurelia Smith, che pare aver imboccato una strada diversa nel suo percorso musicale, riuscendo a legare musica e spirito.Kaitlyn
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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