L’equilibrio perfetto tra Karin Johansson e Lisen Rylander Löve
Dall’incontro tra le due musiciste di Göteborg Karin Johansson (ORD, Nina de Heney e Henrik Wartel, Finn Loxbo, Jonny Wartel 4) e Lisen Rylander Löve (The Splendor, Here’s To Us, Midaircondo) prende forma Arter, un progetto difficile da inscatolare, un album che fa della ricerca colta e della sperimentazione i suoi punti di forza.
Il rigore nordico al servizio della creatività per un disco d’improvvisazione, il dialogo tra il pianoforte e il sassofono per nove brani tra jazz e avanguardia pubblicati il primo settembre 2020 in digitale e l’11 dello stesso mese come Lp e vinile per Havtorn Records.
I bravi devono i titoli a nomi di piante e animali dalla lista rossa delle specie minacciate della SLU Artdatabanken, molte di queste scompaiono completamente dal nostro pianeta ogni anno, con questo album il duo prova a far luce su queste scomparse.
Il duo dipinge un leggero tappeto elettronico intitolato Skimrandenervblad sul quale si poggiano deboli punteggiature pianistiche e arcani interventi percussivi.
C’è profumo di libertà in Blåkråka con Rylander Löve a guidare il brano con il suo sax dai fraseggi vellutati, seguito a ruota dal pianoforte della Johansson, nel mezzo s’incastrano i contrappunti ritmici. Una danza ipnotica e seducente condotta con alternanza dal sax e dal piano.
Voci sussurrate vengono processate in Växtklotterlav mentre in sottofondo si sviluppa un tappeto rarefatto ricco di tintinnii e oggetti sfregati per creare la parte ritmica dando dinamicità ad un paesaggio sonoro statico e d’avanguardia. Diversamente dalla traccia precedente Barrskogsspinnare è una composizione morbida e delicata realizzata con un arpeggio di kalimba. Blodrostmossa è un vortice di note ripetute all’infinito che vede il piano spalleggiato dai raffinati fraseggi del sax.
Arter è un ascolto complesso nato dalla voglia di sperimentare, un disco di alta classe che vede e Lisen Rylander Löve dare nuova linfa al sax e al pianoforte che in questo disco assumono forme diverse.
English
The perfect balance between Karin Johansson and Lisen Rylander Löve
Arter is the outcome of the collaboration between Göteborg Karin Johansson (ORD, Nina de Heney e Henrik Wartel, Finn Loxbo, Jonny Wartel 4) and Lisen Rylander Löve (The Splendor, Here’s To Us, Midaircondo): an album that is an ensemble of music research and experimentation.
High precision mixed with creativity: an album made of improvisations, an intricate conversation between a piano and a saxophone for nine avant-garde and jazz songs published on September 1st, 2020 (Digital) and September 11th, 2020 (LP and Vinyl) for Havtorn Records.
Every track’s title is inspired by a plant or animals that are enlisted in the SLU Artdatabanken endangered species list, and many of those are disappearing from our planet every year. With this album, the duo is trying to bring attention to this scary and sad situation.
Skimrandenervblad draws a thin electronic layer where the piano gently moves in, giving emphasis and help the isolated percussion sounds.
Blåkråka makes you smell the freshness of liberty, with Rylander Löve in great shape with a sublime sax, followed by Johansson’s piano notes, while everything is contrasted by rhythmic patterns. A hypnotic and seducing dance between a sax and a piano. Växtklotterlav introduces whispers to provide even more atmosphere to a son that is already a manifesto of avantgarde. Barrskogsspinnare is a soft and delicate kalimba’s arpeggio. Blodrostmossa is a vortex of notes that sees again the strong complicity between the piano and the sax.
Arter is definitely a complex album to listen to, but it’s born from the strong will of experimenting: it’s definitely a top class job, with Lisen Rylander Löve that manages once again to give new life to the saxophone, and Karin Johansson who showed how wide is the sound scenarios that a piano can create.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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