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Liminal Soul: uno sguardo al futuro di Kedr Livanskiy

L’elettronica di Kedr Livanskiy è quanto di più contemporaneo si può chiedere dalla musica. I primi due album della musicista russa hanno testimoniato quanto poco ci sia di retrospettivo all’interno delle sue produzioni, tutte mirate al futuro, cavalcando l’onda di un presente che, pur offrendo sempre più incertezze, riesce a sublimare gli ultimi dieci anni di musica in un sound-manifesto.

E così il primo disco, Ariadna (2017), toccava due generi nati proprio nel pieno del nuovo millennio: l’outsider house, figlio illegittimo della deep house, caratterizzato da produzioni lo-fi e in costante bilico fra strumenti analogici e digitali; l’hypnagogic pop, una continua allucinazione in grado di pescare pezzi dalla new age, dalla psichedelia, dal noise, addirittura dai videogiochi, e trasformarli in qualcosa di attuale.

Il secondo album, Your Need (2019), lasciava da parte il pop per dar vita ad un vero e proprio disco house, con sonorità spiccatamente dance, ma senza mai perdere di vista un approccio fortemente sperimentale.

Un eclettismo che la producer russa conferma anche per la sua terza fatica, Liminal Soul, in uscita il primo ottobre 2021 per 2MR. Stavolta è proprio il sound dance del disco precedente a fare spazio ad un lavoro che, sin dal primo ascolto, è forse quello più carico di spunti e novità della Livanskiy.

C’è posto per tutte le influenze toccate nel suo percorso musicale: dal pop etereo con beat pulsanti di My Invisible ai loop vocali e a tratti operistici di Stars Light Up, passando per il singolo Boy, primo esperimento in lingua inglese, brano malinconico e sfuggente accompagnato da una base minimale e da strumenti acustici.

Nella seconda parte dell’album non mancano passaggi elettronici d’avanguardia, come testimonia Night, in collaborazione con i Sinekdoha Montauk, e le incursioni IDM di in Your Turn, fra i brani migliori dell’album, scritto a quattro mani con Flaty.

Liminal Soul mette tanta carne al fuoco, forse anche troppa in diversi passaggi. Ma allo stesso tempo è il disco che più di tutti rende giustizia alla musica di Kedr Livanskiy, mai così tanto sperimentale e, soprattutto, con alcuni fra i migliori pezzi della sua discografia.




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