Voodoo: il fascino della trivialità nel punk
Fra i principali depositari del post-punk in Italia ci sono sicuramente i Kill your Boyfriend, Matteo Scarpa (chitarra e voce) e Antonio Angeli (batteria), un progetto che da oltre dieci anni mescola sonorità gotiche à la Sisters of Mercy con il punk anni ’80, passando per le ansie sintetiche dei Suicide.
Un’estetica musicale fortemente oscura ma anche ben definita, nonostante negli ultimi anni le influenze appena citate siano state saccheggiate ormai da chiunque. Il duo trevigiano decide quindi di alzare l’asticella e con Voodoo, in uscita il 14 ottobre 2022 per Sister 9/Little Cloud Records/Shyrec, fissa un obiettivo tutt’altro che scontato: proseguire il proprio indirizzo musicale arricchendolo di un nostalgico sguardo per il rock’n’roll anni ’50.
Si tratta di una ripresa più concettuale che effettivamente musicale ed i primi brani del disco, pur suonando come dei pezzi post-punk a tutti gli effetti, sono ricoperti da una patina primordiale. Così l’industrial di memoria Killing Joke dell’apertura The King è avvolta da un’atmosfera rétro, e la psichedelia muscolare di The Man In Black si specchia nella forma del brano r’n’r.
La prima parte del disco scorre via tra pezzi dritti e martellanti come l’inno MrMojo, l’omaggio alla tradizione italiana Occult Psych di Buster e il racconto disperato di The Day The Music Died, quel 3 febbraio 1959 in cui Buddy Holly, The Big Bopper e Ritchie Valens morirono in seguito ad un incidente aereo.
Gli ultimi due pezzi, Papa Legba e la title-track, cambiano le carte in tavola e portano l’atmosfera dell’album su sentieri allucinogeni e distorti, fra percussioni incessanti, riff spigolosi ed una trivialità senza scrupoli.
Nulla di nuovo all’orizzonte per Voodoo, che però riesce nelle sue intenzioni; infatti, i Kill your Boyfriend danno vita ad un disco che suona volontariamente come se fosse uscito da un’altra epoca, mescolando suoni appartenenti a diversi decenni e resuscitandoli ai giorni nostri. Nostalgia? No, un rito voodoo.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
Commenti recenti