King Buzzo e Trevor Dunn preparano un Gift…of Sacrifice
Spesso ci ritroviamo a vivere una vita colma di difficoltà imperversata da ardui ostacoli. Nel momento in cui la felicità sporadica ci attraversa, ci ritroviamo a riflettere su quanto abbiamo imparato dal momento di oscurità.
É così che interpreto il concetto di Gift of Sacrifice, nuovo album uscito il 14 agosto 2020 per la Ipecac Recordings di Roger “Buzz” Osborne, alias King Buzzo coadiuvato dal bassista nonché compagno di merende nel 2012 coi Melvins, Trevor Dunn.
I due geni creativi compongono 9 brani per poco più di mezz’ora di musica ariosa e notevolmente complessa.
I pezzi raschiano il fondo di un bacile sludge a tratti tetro, a tratti melodico, con un corrente utilizzo della chitarra acustica.
Si comincia da Mental Vomit che conduce coi suoi cembali tribali nella narrazione vera e propria di Housing, Luxury, Energy. Sinuosa ed elegante, complice gli archi gravi combinati da arpeggi circolari di chitarra. HLE sboccia sapientemente tra un cantato ora flebile, ora stizzato.
Il basso acustico di Trevor Dunn apre una traccia che ritmica è dir poco, I’m Glad I Could Help Out: frasi e modalità sinistre si innalzano e danzano curvilinee su arpeggi spigolosi e sognanti.
L’archetto del contrabbasso gracchia sulle corde, si smussa e crea suoni alle volte dissonanti, tra ombre e sussulti: perfetto palco per una blasfemia d’alto bordo, Junkie Jesus (Gesù drogato).
Il singolo Science in Modern America è un folk melodico in minore, dal cipiglio piuttosto severo quasi di ampio biasimo, con assoli gravi a far da sfondo.
Le due menti, unite nelle musica, hanno prodotto un disco oltremodo lineare. Si comprende alla perfezione la linea rossa seguitata da entrambi che ha creato un disco che respira folk introspettivo con modulazioni psichedeliche e perfette.
Un album-manifesto idoneo alla riflessione post-pandemica per rilassarsi, riflettere, scatenarsi, ribellarsi.
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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