Il folk dei Monti Appalachi riproposto da Kitchmann/Schmidt
Kitchmann/Schmidt è un duo composto da James Kitchmann, chitarrista inglese originario della contea di Northumberland, terra in larga parte selvaggia al confine con la Scozia, e Sylvia Schmidt, cantante e performer contemporanea tedesca proveniente da una regione altrettanto rurale come la Sassonia, un tempo inglobata all’interno della Provincia della Bassa Slesia, dove convivevano e tuttora convivono tradizioni, usi e costumi tedesche, polacche e ceche.
I due artisti si incontrano per la prima volta a Londra nel 2014, dove entrambi fanno base, durante una London’s late night jam session. La comune passione per la musica celtico-medievale e il folk così come la profonda affinità culturale, spingono la coppia a creare il sodalizio artistico Kitchmann/Schmidt che porterà alla realizzazione di As Long As Songbirds Sing, in uscita il 27 novembre.
Il disco si articola in tredici ballate folk riarrangiate in chiave jazz ripescate dal repertorio di canzoni popolari degli abitanti dei monti Appalachi. Proprio su quelle montagne si insiedarono i coloni inglesi i quali esportarono i loro usi e costumi tradizionali, tra cui anche le canzoni, che si fusero con quelli degli abitanti del posto.
Particolarmente interessati alle contaminazioni, Kitchmann e Schmidt, come detto, offrono una loro versione di queste composizioni anglo-americane, delle quali oggi si ha memoria per il lavoro svolto da John Jacob Niles, folk singer americano attivo prevalentemente nella prima metà del Novecento.
Il disco si apre con Oh, Charlie! (An American Street Cry), con la Schmidt impegnata in una sorta di litania da post-trauma.
Segue Black Is The Colour, uno dei due singoli estratti dal disco, dove gli arpeggi della chitarra di Kitchmann fanno da tappeto al cantato pregevole e delicato della Schmidt, che si esibisce in una riproposizione di motivi ed espressioni popolari.
La successiva Go ‘Way From My Window, tra le composizioni più note di John Jacob Niles, racconta di una storia d’amore finita male mentre Little Black Star è il canto di una madre che vede nascere la figlia con un colore della pelle diverso dal proprio, attirando la curiosità di tutta la comunità cui la donna appartiene.
One mornin’ in May è una canzone popolare oggetto di diversi rifacimenti tra cui anche quello del cantautore americano James Taylor.
My Little mohee narra dell’incontro tra una discendente di una tribù indigena e un colono invece Lowlands, l’altro singolo estratto dal disco, vuole essere una ballata celtico-medievale.
Il disco si chiude con Das Elfte Sonett/I’m Goin’ Away ispirata dal poema d’amore Das Elfte del poeta Bertold Brecht.
Leggi l’intervista a Kitchman / Schmidt QUI
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