I temporali sonori di Kristof Hahn
Già membro dal 2009 dei riformati Swans nonchénella nuova line up dei Pere Ubu, il cinquantanovenne chitarrista e compositore Kristof Hahn, pubblica per l’etichetta di Lawrence English, la Room40, il nuovo album Six Pieces.
Sei prorompenti paesaggi sonori creati con la chitarra lap-steel attraverso i quali Hahn esplora le possibilità timbriche e tonali dello strumento con un approccio drone-oriented.
Partendo da loop ed elementi singolari, il tedesco sviluppa trame ipnotiche e intime, tanto impervie da mettere alla prova i confini dell’armonia. Ne scaturisce un lavoro irrequieto dal linguaggio personale.
A partire dalla prima traccia Erwachen, Hahn costruisce tappeti sonori basati sulle ripetizioni e sulle variazioni timbriche facendoli evolvere fino ad arrivare al punto in cui le dissonanze svaniscono lasciando il posto al silenzio.
In Vogelfluhlinie i suoni tremolanti si gonfiano in maniera instabile creando un flusso sonoro dalle intense pennellate timbriche e dalla drammatica narrazione. Una marea di feedback e risonanze che si ritirano lentamente fino a mostrare un suono languido e incantevole.
Si passa agevolmente dai claustrofobici droni di Cape Horn alle note dissonanti di Schwere See. Quest’ultima, cadenzata e leziosa, vira all’essenza più profonda della sound art, una ventata di suoni estremamente fisici, un chiaroscuro emozionale in grado di evocare nell’ascoltatore immagini suggestive.
La conclusiva My Bed is Spinning è sostenuta dai suoni minacciosi della chitarra trasformati da Hahn in una coltre di droni che minano lentamente la stabilità della traccia. Un flusso mutevole trova nella coda del brano la sua forma più casuale.
La musica di Hahn è una forma d’arte destinata a rimanere immortalata nel tempo con le chitarre che volteggiano sull’orlo di feedback e di riverberi. Six Pieces è un lavoro in grado di colpire la percezione dell’ascoltatore catturandone l’attenzione grazie ad un linguaggio unico e fortemente evocativo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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