Kuba Kapsa: sperimentare con soluzioni nuove
In questo periodo così fervido per i compositori, risulta difficile non restare affascinati dalle incantevoli melodie del piano, ancora di più se si varcano i confini del modern classic o della musica neoclassica per contaminarla, arricchirla e sperimentare con soluzioni nuove in modo da ottenere un suono unico e particolare.
È il caso di Supersonic Moth del polacco Kuba Kapsa che ha provato a combinare il classico moderno con droni sottili e paesaggi sonori fluttuanti, accentuando il gioco del pianoforte emotivo con un uso deliberato di elementi elettronici.
L’album pubblicato il 29 marzo 2019 da Denovali Records, è formato da nove tracce nate per raccontare un tratto specifico dell’esistenza umana: quella che si occupa della contraddizione dirompente del desiderio di qualcosa fino a portarlo alla distruzione. Tutto quello che potrebbe essere allettante potrebbe spingere l’uomo verso il basso senza la possibilità di opporre resistenza.
Scritto per pianoforte verticale, sporcato dai suoni elettronici programmati, Supersonic Moth è dedito a creare atmosfere calme e paesaggi sonori con una vasta gamma di stati d’animo, il tutto elaborato con un taglio cinematografico.
In Exciting The Last Flight droni leggeri ed elementi ambient si mischiano alle delicate note del piano creando un’atmosfera drammatica e teatrale enfatizzata dalle note gravi.
Rain Station, più vicina al mondo di Ludovico Einaudi, col suo incedere lento disegna con la musica un paesaggio autunnale con la sua pioggia leggera; si passa cosi da momenti più intimi a composizioni briose come nel caso di Unfortunate The Night con i suoi sprazzi di elettronica mai invadente. Hope It Snows A Lot In Heaven Peter! si tinge di continuous music con le sue armonie vorticose che ci travolgono in una romantica pièce musicale.
Supersonic Moth si rivela un lavoro sofisticato, adulto, dove il pianoforte è la colonna portante mentre l’elettronica funge da sfondo ad un disco ricco di sfaccettature, mettendo in risalto le influenze del background del pianista polacco.
Menzione speciale va fatta sicuramente anche per l’artwork del disco, opera d’arte realizzata dal team di artisti Kahn & Selesnick che contribuisce ad esplicitare ancora di più il messaggio della musica di Kuba Kapsa.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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