La musica senza tempo di Lamiee
A distanza di un paio di mesi dall’uscita di The deafening moment of the whistle after the noise, Nicola Remondino in arte Lamiee torna con un nuovo album, Locè, il primo per l’etichetta di Los Angeles Jungle Gym Records.
Locè viene descritto come «il materiale più lungimirante realizzato fino ad oggi da Remondino, una collezione senza tempo di minimalismo d’avanguardia e noise-gaze, cucita accuratamente insieme con un filo di sensibilità art-pop».
L’album sorprende fin da subito a partire dalle sonorità noise e ambient della title track. Un inizio davvero interessante quello affidato ai suoni cupi e distorti che dilaniano l’anima ma che vengono tenuti a bada da una voce unica ed emozionante. Fa subito presa il gioco di contrasti con la voce effettata molto soave e i synth vibranti, accompagnati da una componente ritmica minimale che esalta la crescente intensità del brano.
Con Grele prende il sopravvento un’atmosfera onirica: un suono denso, realizzato a strati, facendo dialogare le melodie dei sintetizzatori con gli oscillatori che danno la sensazione all’ascoltatore di trovarsi in apnea nelle profondità del mare.
Sclin è una traccia morbida, un paesaggio ambient nel quale suono e silenzio danzano in perfetta simbiosi. Mentre i sintetizzatori producono un flusso oscillante, lo sfondo si riempie di field recording con respiri elettronici che vanno a formare la parte ritmica del brano.
In chiusura i venti minuti di Flèss sono pervasi da ossessive e stranianti melodie in loop, un suono potente e cerebrale, mai stucchevole, arricchito da delicati interventi vocali in un continuo crescendo che raggiunge il suo climax verso la fine.
Locè è un album dalla bellezza arcana, un suono a tratti fragile che rispecchia perfettamente la sensibilità artistica di Lamiee. Un progetto artistico sensoriale, probabilmente il più “pop”, mirato ad essere un lavoro accessibile a tutti: la sensazione che si ottiene è quella di un forte coinvolgimento umano. Promosso a pieni voti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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