Progresso e decadenza per i Leland Did It
I pugliesi Leland Did It interrompono un silenzio lungo sette anni con l’uscita di Hotel Moderno. Molte cose sono cambiate dall’uscita di Tempo, innanzitutto la formazione è passata da cinque a quattro elementi rimanendo legati ad un sound oscuro ma che dall’impasto di new wave ed elettronica degli inizi si è evoluto attraverso sonorità che strizzano l’occhio a mostri sacri come Interpol, Nine Inch Nails e LCD Soundystem.
Uscito il 24 febbraio per la label/collettivo Dischi Uappissimi, Hotel Moderno vede lo zampino di Amaury Cambuzat degli Ulan Bator, che ha voluto immortalare l’attuale corso della band e lasciare il segno ‘masterizzando’ le 10 tracce del disco presso lo studio Let Go Ego Sound di Napoli.
Quello che ne viene fuori è un lavoro che punta a percorrere la strada del rock più ruvido e decadente, ed è chiaro sin dall’iniziale At Any Price. Nella prima traccia si mescolano con sapienza chitarre distorte di matrice post-punk con la batteria elettronica, il pezzo gira fin da subito spinto soprattutto dall’inconfondibile voce cavernosa e teatrale di Michele Scagliusi, marchio di fabbrica della band.
Se con il primo brano i quattro virano verso sonorità alla Interpol ed Editors, con Spoiled chiari sono i riferimenti musicali, in primis Nine Inch Nails e LCD Soundystem. Un sound viscerale e “synthetico” che fa della ritmica pulsante e delle chitarre al vetriolo i punti di forza di una canzone ricca di mordente. Un’atmosfera sensuale e un ritornello catchy completano una canzone granitica, tra le più eccelse di Hotel Moderno.
La title track è qualcosa di diametralmente opposto alle tracce precedenti: un brano introspettivo e coinciso che sa amalgamare frammenti ambientali con l’oscurità della new wave. 260 è una canzone struggente che parla della sconfitta nel farsi da parte per il bene della persona amata. Sintetizzatori e chitarre si fondono insieme in un vortice tempestoso che sembra abbracciare le atmosfere “tenebrose” alla Joy Division.
Un ritorno col botto per i Leland Dit It, Hotel Moderno è un album emozionante, cupo e incazzato al punto giusto. Una formula a base di rock, post punk ed elettronica traboccante di impulsiva, ispirata vitalità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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