I battiti elettrici di Leo Okagawa
Sotto il bombardamento sonoro, le dissonanze e la potente foschia elettronica di Density si cela Leo Okagawa, sound artist giapponese dedito a una ricerca sonora che si muove a partire da elementi di suoni registrati, rumori di macchine analogiche e semplici toni elettrici per ottenere un collage multistrato a metà strada tra rumore e suoni ambientali.
L’album pubblicato il 10 maggio 2024 tramite la Dissipatio di Nicola Quiriconi, è incentrato su battiti elettrici, un mix di toni metallici, silenzi e ritmi attraverso i quali Okagawa ha esplorato la densità.
Density si apre con le basse frequenze e i ronzii di The Luminous, un inizio ostico che ci pone di fronte ad una traccia dalla lenta evoluzione, composta da particelle essenziali attraverso cui esplorare le potenzialità del suono. A seguire Awake è composta da spigolosi e pulsanti movimenti che si ripetono costantemente per tutta la durata del brano, struttura che, come vedremo nelle tracce successive, Okagawa adotterà spesso con lo scopo di simulare battiti elettrici e rendere l’ascolto ipnotico.
I toni iniziano ad inasprirsi con Counting Clockwise, suoni metallici e industriali vengono utilizzati per percorrere sentieri più tumultuosi. Una produzione decisamente riuscita nonostante l’andamento piatto che fa della pressione e della qualità asfissiante il tratto distintivo di questo lavoro.
Con Hephaestus Okagawa mostra una serie di iniezioni industriali di musica tribale: droni soffocanti si combinano con ritmi semplici e primitivi che mostrano il lato più duro e crudo della musica del nostro.
Density è tutt’altro che un ascolto facile, ambienti algidi e asettici composti da una combinazione di basse frequenze, rumore e frammenti atmosferici al servizio di strutture semplici e minimali. Un’esperienza d’ascolto ostica per chi non è avvezzo all’ambito del sound design e delle musiche altre.
Leo Okagawa si concentra su momenti di eccitazione e gioia, o brutalità e nichilismo che rendono questo album un’ interessante scoperta.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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