Leon den Engelsen, tra improvvisazione e minimalismo
A un anno dall’uscita dell’Ep Growth, il pianista e compositore olandese Leon den Engelsen torna su Piano and Coffee Records con il suo album di debutto Home.
Un album per pianoforte nato dalla registrazione di 30 ore d’improvvisazione dalle quali den Engelsen ha scelto e montato le parti migliori con le quali ha composto le undici tracce di Home, un disco che profuma di gioia e libertà.
Si accendono subito le luci sulla fluente Jacht, una sottile melodia per un brano introspettivodai toni arrotondati con il quale il pianista esplora una gamma di sfumature di minimalismo post-classico. La dimensione intima del disco prosegue con le note morbide della title track che aprono alla parte più interessante del disco, quella centrale composta da Home, Memories e Move. I tasti del pianoforte risuonano dolcemente, mostrando il lato più delicato e meditativo di Home con queste tre composizioni che si rivelano un’esperienza gentile per donare pace in questi tempi di ansia e incertezza.
La luminosa November ha un modo di suonare instabile, un crescendo di energia con fraseggi ripetuti che vengono suonati ogni volta con più determinazione. Una composizione che ha un peso emotivo ancora più rilevante grazie al fluire armonico e romantico delle dita sulla tastiera del piano.
La chiusura è affidata alla malinconica The Observer, una trama intrecciata attraverso il dialogo del suono con il silenzio che diventa l’espressione della sensibilità del musicista di base in Svezia.
Leon den Engelsen è un compositore da non ignorare, dal notevole potenziale. Se in Growth la musica neoclassica si apriva all’elettronica, in Home è totalmente assentecon il focus esclusivamente sul pianoforte, nella forma più intima e minimale la musica del nostro rivela tutta la potenza risonante dello strumento. Un lavoro consigliato agli amanti di Lubomyr Melnyk, Nils Frahm e Fabrizio Paterlini.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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