Questo frastuono immenso, prova positiva per Leonardo Angelucci
La fotografia dell’interno di copertina del disco lo ritrae in una posa che lo fa somigliare a Caparezza, ma del cantautore e rapper di Molfetta non ha l’eta e neppure la predilezione per l’alternative hip hop e per il rap rock.
Leonardo Angelucci, romano, classe 1991 è, si, cantautore, ma la sua sfera stilistica si muove all’interno di coordinate che potremmo invece definire pop, rock e folk.
Uscito venerdì 19 ottobre u.s. per la Alka Record Label di Ferrara, Questo frastuono immenso è l’album d’esordio del Nostro, già chitarrista per il progetto solista della voce de Il Muro del Canto Daniele Coccia Paifelman.
Il disco contiene dieci brani per circa quaranta minuti di ascolto musicale. Altopiano, Jurassic Park, Sa terra (feat. il sardo Simone Bujumannu Pireddu dei Train To Roots), Nebbia e zanzare e anche le altre presenti nell’album alternano melodia, rock, tendenze musicali popolaresche e zigane, cantautorato di grande spessore.
Angelucci, invero, si muove con una buona dose di personalità tra un pezzo e l’altro e regala ai suoi ascoltatori anche una canzone in lingua sarda campidanese (bella sorpresa, per me, sardo fino alla punta dei capelli), realizzato con Simone “Bujumannu” Pireddu, già in varie formazioni di matrice hip hop, reggae e ska di stanza in Sardegna e con i Train To Roots di Sassari.
I testi delle varie canzoni, peraltro, riflettono non banalmente quotidianità e relazioni d’amore.
Prova positiva, Questo frastuono immenso; al raggiungimento di un tale risultato certo non sono estranei i musicisti che hanno contribuito alla sua realizzazione: oltre al già citato Pireddu, e allo stesso Angelucci che oltre a cantare ha suonato chitarre e tastiere, Matteo Troiani al Basso, Tom Guerrieri alla Batteria e Simone Pierotti alle Chitarre.
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