Logout: non solo semplici strumentali…
Da più di un decennio Logout produce musica spaziando dal folk acustico e lo-fi al dream pop ed elettronica con all’attivo un totale di cinque album. La sua ultima fatica, Instrumentals, è composto da brani strumentali semplici ed efficaci realizzati con la chitarra classica, strumento con cui l’artista greco ha iniziato il suo percorso musicale.
Rilasciato da Sound in Silence, Instrumentals è un lavoro di 7 tracce minimali per un totale di 16 minuti di musica che oscilla tra folk e neoclassica.
Nella sua essenzialità la quinta uscita di Logout si discosta dai lavori precedenti per la mancanza dei testi, sopperita da una narrazione ricca di sfumature, incentrata sull’intreccio della chitarra meditativa e vellutata con i bellissimi violini di Kalliopi Mitropoulou.
L’album si apre con il dolce ondeggiare di Returns, le linee di chitarra si ripetono in modo ipnotico con il modo di cantare e di suonare di Logout che ricorda molto quello di José González. Le progressioni degli archi danno dinamismo alla strumentale risaltando il tono dolce e melodico della sei corde.
Eleven Steps è disadorna e molto diretta: l’iterazione dei semplici accordi riesce a produrre un effetto avvolgente e quasi mantrico con la chitarra che si sdoppia grazie all’Octave suonando contemporaneamente anche le linee di basso. Gli archi danno forza e delicatezza alla traccia vivacizzando una produzione basata sulla reiterata ciclicità.
Tra le sette, Malignant è il brano dai sentori più classici. Linee morbide di chitarra accompagnate dai vocalizzi e dalle percussioni s’incastrano meravigliosamente con i sontuosi e classicheggianti archi disegnando un tappeto che si riconnette con la musica classica.
Nonostante Logout si cimenti per la prima volta con un disco di sole strumentali, l’album sprigiona una serie di emozioni attraverso i pochi e concreti elementi di Instrumentals. Un lavoro intenso e delicato capace di sorprendere nella sua semplicità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti