Lou Seriol: una danza senza confini
Un gruppo, un nuovo album può essere sempre, o si spera nella maggior parte dei casi, un’occasione per conoscere qualcosa di nuovo o per approfondire argomenti di cui sappiamo poco.
Questo è il caso di Occitan, quarto lavoro in studio della band per eccellenza, manifesto della musica occitana, ovvero i Lou Seriol.
Nel mese di ottobre il gruppo ha dato alla luce questo disco che, già dalla copertina, lancia un messaggio di forte impatto, poiché Occitan, questa parola, questo concetto esplode su una superficie bianca e lo fa attraverso una macchia di sangue, come a sottolineare una ferita, qualcosa che dovrà poi rimarginarsi se non ci si preoccupa della sua preservazione.
Ciò che in questo contesto è da tutelare è una cultura, delle radici, per cercare di innovare senza dimenticare la storia di una parte di Europa, senza confini politici, unita da nodi linguistici, filologici che si esprimono in una meravigliosa musica composita, mai lineare che sempre mette in circolo emozioni e frenesie.
Il disco, prodotto da Riccardo Parravicini e distribuito da Egea Music, è composto da undici tracce inedite e una cover che, particolarmente inusuale, celebra un anniversario, quello dei quaranta anni dall’esplosione del punk, e lo fa con una rivisitazione di Anarchy in the UK, che diventa Anarchio en Occitania, magicamente interpretata nella lingua mista di questa Europa.
Il gruppo folk, in attività dal 1992, è veterano della scena musicale italiana contaminata, ‘impura’, laddove tale appellativo diviene poesia, bellezza, ricchezza e non un atteggiamento poco lucido, bensì una chiara attestazione di identità, un’identità molto più colorata di ciò che si sente in giro.
Ai Lou Seriol va il merito di muovere le anime e smuovere le coscienze, per regalare musiche aperte, emancipate che ricordano e allo stesso tempo guardano avanti, ad un tempo senza fine e senza pregiudizi.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti