Le suggestioni elettroniche dei Lovataraxx
I Lovataraxx, in Italia, non sono molto conosciuti, nonostante nel nostro paese siano stati in tour nel mese di Aprile dello scorso anno e abbiano suonato anche in città come Roma e Milano. Il duo francese di Grenoble, che fa dell’elettronica e della tecnologia musicale la propria caratteristica più pregnante, appare come l’artefice di sonorità minimali se si considera la scarsa strumentazione da esso utilizzata, di canzoni musicalmente corpose e compatte dal punto di vista ritmico e melodico, invece, se si valutano i diversi brani di questo ultimo lavoro tenendo conto delle sensazioni che esse possono suscitare nell’ipotetico appassionato che le ascolta con attenzione.
Hébéphrenie è il secondo album dei nostri (Kleo Pattern e Almond Blossom) ed è uscito il 18 novembre 2019 su LP e in digitale per l’etichetta spagnola Unknown Pleasures Records; gli undici brani contenuti sommano circa quarantacinque minuti di ascolto musicale complessivo.
Melodie accattivanti, ritmi vagamente dance, Hébéphrenie è album gradevole che si ascolta e si riascolta molto volentieri. Stilisticamente parlando le varie songs pescano per lo più da suggestioni in qualche modo connesse al punk e alla new wave, generi tanto in voga a partire dalla metà degli anni Settanta e oltre e ancora in auge oggi. Drum machines, atmosfere e andamenti ipnotici, voci glaciali: sono solo alcuni degli ingredienti di una proposta discografica che si inserisce bene in un filone artistico che comprende nomi del passato come quello dei Suicide e dei Tuxedomoon.
Non originale, questo album ma assai apprezzabile anche per il suo indiscutibile valore rievocativo.
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