L’esuberante orchestra di Luc Ex
Per 20 anni è stato un membro della leggendaria band punk / avantgarde THE EX, dalla quale ha ereditato il nome di Luc Ex, Luc Klaasen si è saputo reinventare come sound artist e compositore realizzando per TROST Records un lavoro per un ensemble di medie dimensioni che si basa su suoni ambientali.
Music of Inevitable Sounds, questo il titolo dell’album pubblicato il 20 novembre 2020, è una commistione tra avanguardia e musica classica contemporanea, con il quale il nostro esplora la zona liminale nella quale il suono e la musica si sovrappongono o si fondono.
Il primo brano, March Of The Ventilators, nasce dal suono dei ventilatori che si mischia e si confonde tra gli strumenti a corda, a fiato e le percussioni degli undici elementi dell’ensemble dando vita ad una composizione moderna e dal sapore urbano che ben riflette le due anime del disco: quella più classica e quella più avanguardista che strizza l’occhio alle opere di John Cage, Harry Partch e Luigi Russolo.
Spazio all’improvvisazione negli undici minuti di Ode To the Machine: si cambia registro con l’utilizzo di suoni aspri e taglienti dettati dai fiati che si contrappongono alla morbidezza della batteria derivante dal jazz con tanto di intermezzo di grugni e flatulenze che fanno della seconda traccia una produzione sopra le righe.
I fraseggi dei vari elementi dell’ensemble diventano man mano sempre più compulsivi e da lì che partono le voci di persone che parlano ad alta voce. Da qui prende il titolo la traccia, Loud Speaking People, che si contraddistingue per il carattere teatrale della composizione e per l’elemento di scherno (vedi la frase esplicita “I don’t want to hear your fucking conversations anymore”) che accompagna tutto il disco.
L’ossessivo rullantino della batteria introduce 63 Biljons Tonnes of Concrete in un gioco di toni e di accenti per una traccia che dà risalto ad ogni singolo elemento mentre in chiusura il motore di un’auto diventa parte integrante di Drive Yourself Fitter.
Music of Inevitable Sounds è un album complesso ma allo stesso tempo divertente, mai scontato o monotono che attinge dai suoni quotidiani come ventilatori, betoniere, persone che parlano ad alta voce nei loro telefoni, cantieri, robot, per sommarsi ad un bellissimo dipinto musicale. Un album tra estro e tecnica che va ben oltre l’esercizio di stile.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti