Chi l’ha detto che in Portogallo sanno suonare solo il Fado?
Demora segna il debutto per il compositore portoghese di musica elettronica Luís Fernandes, in uscita il 26 luglio 2019 per Room40. Cinque le tracce che compongono l’album tra modern classical e ambient, pulsazioni profonde e armonie cosmiche pervadono il tutto insieme ad un alone sognante.
Per il suo primo disco solista, Luís Fernandes ha scelto un titolo significativo: Demora infatti in portoghese significa “Ritardo”. È questa la chiave di lettura del disco:l’attesa del decollo delle tracce che non arriverà mai perché quando te ne accorgi sei già nel mezzo del viaggio con Fernandes.
Già dalla prima traccia, Rising Edge, il rumore che s’interseca con le armonie cosmiche e quella cura maniacale nei dettagli riportano alla mente le produzioni della Costellation Records a cavallo tra le pulsazioni elettroniche del progetto Jerusalem In My Heart e la sintesi frattale di Jessica Moss.
Il cuore pulsante dell’album va ricercato nella title track: 24 minuti d’improvvisazione divisi in due parti, tale flusso ha permesso al nostro di giocare con la struttura e perfezionare i suoni. La prima parte con la sua intensità crescente lascia l’ascoltatore attonito al cospetto di un sound compatto e frastagliato generato dalla sintesi elettronica. Nella seconda parte le pulsazioni vengono accentuate modulando il suono fino ad erigere un muro sonoro figlio della sovrapposizione su più livelli delle linee dei synth. Il risultato è un avvolgente tappeto elettronico dal sapore cosmico.
Si giunge alla conclusione di Demora con Refracted Cloud. L’ultima traccia riassume nei suoi due minuti e quaranta l’essenza e la realizzazione del disco: una sequenza elettronica intervallata da piccole variazioni atte a rendere l’ascolto scorrevole.
L’album va letto come un unico flusso costante con piccole variazioni, frutto del lavoro col sintetizzatore modulare da parte di Luís Fernandes che ha registrato il tutto in un colpo solo per dare alla struttura principale dell’album un suono unificato atto a creare una relazione permanente con l’ascoltatore.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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