Makai: un caleidoscopio di suggestioni
Makai, moniker del pugliese Dario Tatoli, si è esibito sabato 12 gennaio 2019 nella cornice del Tarumbò. “Accoglienza e amicizia, divertimento e tranquillità. Tarumbò è musica. Spensieratezza e vitalità. È il luogo ideale dove trascorrere del tempo in compagnia”: è così che si definisce il locale, sito a Scafati. Possiamo confermare che ogni parola spesa non è messa lì a caso, ma rispecchia l’anima della location.
Makai avvolge il locale campano di un alone onirico: la sua musica è un interessante connubio tra elettronica e elementi acustici,fatta da melodie dream-pop che valorizzano la particolare voce di Dario.
Dal vivo le canzoni di The Confort Zone, pubblicato il 20 aprile 2018 per INRI, sono ricche e colorate: Hands, Fire Fall scorrono veloci. L’utilizzo delle dinamiche è magistrale, le canzoni non sono mai piatte e risultano avvolgenti. Andrea De Marco (elettronica e campioni), Stefano Milella (batteria) e Fabio Gesmundo (chitarra) accompagnano Dario nel The Confort Zone Tour e sono gli artefici delle dense trame sonore di Makai.
Con Missed, Later e Clara, Tatoli ci fa spazio nella sua confort zone. Piccoli problemi tecnici ed un audio non dei migliori, non minano la riuscita del concerto. Dario che, dal canto suo, è uno che parla con la musica, lascia trapelare il suo lato umano ed intrattiene i presenti con una discreta chiacchiera.
The Confort Zone, che è l’esempio perfetto tra acustica ed elettronica, lascia spazio a brani più datati: la triste Last Days e Summer direttamente dall’Ep Hands del 2016.
Finisce così un live intenso. C’è spazio per un bis in acustico di Clara, voce e chitarra, che mette in luce la versatilità del progetto Makai, capace di destreggiarsi egregiamente sia su grandi palchi che in situazioni intime.
Makai ha una forte identità, a parlare è la sua musica: un sound ricercato ed una voce dal timbro riconoscibile ne fanno un grande artista.
Guarda la Gallery del concerto QUI. A cura di Claudia Nappi.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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