MalClango: il ritorno delle scimmie
A sei anni dall’omonimo disco d’esordio, i tre primati romani giungono al secondo album con Sparagazzarre, uscito il 7 aprile per Subsound Records.
Melodie furiose e poliritmi selvaggi per i MalClango che si prendono gioco della musica spogliando il math rock fino alle mutande. Alle ritmiche violente e alle impervie linee dei due bassi dell’esordio si aggiungono nuove contaminazioni che rendono il sound dei tre scimmioni ancora più vario e bizzarro.
Tutti i grandi segni distintivi dei MalClango sono ancora presenti in Sparagazzarre, sporadici interventi vocali, bassi distorti e ritmiche sincopate, ai quali si aggiungono acidi sintetizzatori con i quali pongono maggiore attenzione per la melodia.
La potenza del trio è evidente fin da subito: l’opener H.A.M. 9000 suona elettrizzante con il riffing dei bassi controllato e mirato alla precisione. Una confusione intricata, piena di sublimi ripetizioni con la batteria che spinge sul suono dei campanacci. Un groove dannatamente ipnotico colpisce alla tua gola senza mai allentare la presa fino alla fine del brano.
Una insolita apertura “melodica” fa strada alla ruvidezza sonora di Bulkanus data dalla granitica sezione ritmica e dai bassi frastagliati con uno dei due che viene utilizzato come se fosse una chitarra. I riff noise sono il preludio di una tempesta sonora che si palesa sulla sfuriata finale del brano.
Millenovecentottantaquando (198Q) si candida come uno dei momenti migliori dell’album. La quinta traccia è un concentrato di violenza e fantasia nel quale jazz, post hardcore e noise si fondono per ottenere un risultato brillante. La title track aggiunge all’album una forte scossa emotiva e lo fa grazie alla brutale finezza della sezione ritmica. Uno dei brani più rappresentativi del sound dei MalClango che guarda al futuro senza dimenticare il recente passato del trio.
I MalClango si confermano una potenza: il loro sound è essenzialmente di matrice americana, con le evidenti influenze dei tre (Shellac, Lightning Bolt e Unsane su tutti) amalgamate e ridefinite fino ad ottenere un suono personale e riconoscibile.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti