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Scoprirsi stupidi con Mangiacassette

Mangiacassette è l’alter ego musicale del musicista Lorenzo Maffucci che, dal 1998, produce canzoni riduzioniste a cavallo tra punk e cantautorato.

Scoprirsi stupidi è il suo quinto album, dopo Il sacco si rovescia (Ibexhouse 2017), Non lo voleva sapere (Ibexhouse 2015), Disco interno (Trovarobato 2011) e Pianse per il cane Muscat Blanc (autoproduzione 2007).

Scoprirsi stupidi è un viaggio che porta gli occhi del cantautore a osservare e comprendere come le due parole che compongono il titolo dell’album abbiano una comune origine: lo stupore. Quando si arriva al punto di comprensione della stupidità si giunge infatti ad un’epifania che svela il mistero della realtà, posta sotto un nuovo punto di vista.

Le canzoni di questo album dal carattere punk e lo-fi sono una sorpresa di come ognuno di noi è in grado di percepire se stesso, gli altri, le persone che ci circondano. Questi sguardi non infondono un senso di alienazione ma la voglia di scorgere nei dettagli altrui quei caratteri che ci appaiono nei sogni. Per comprendere il mondo abbiamo bisogno degli occhi delle altre persone, ma non sempre ci si riesce o è possibile farlo.

L’album presenta anche una lamentela socio-politica, condannando i regnanti, i comandanti catalizzati sulla conservazione dello status-quo che ergono muraglie per evitare il contagio. L’album vuole fare sedere l’ascoltatore accanto ad un altro per farli guardare negli occhi e potersi figurare come un visitatore davanti ad una porta in cui non potrà mai entrare: chi vi entra, non sarete mai voi, col vostro mondo dentro, come lo vedete e lo toccate; ma uno ignoto a voi, come quell’altro nel suo mondo impenetrabile vi vede e vi tocca.

Il disco è uscito il 7 dicembre dopo una campagna di marketing molto interessante, basata sull’ascolto diretto di pezzi del disco, tramite lettore cd, a persone che restituivano poi in un video pubblicato su Facebook ciò che avevano provato durante la riproduzione in cuffia.

La voce di quest’artista fuori dal coro ci canta di come ciò che noi conosciamo di noi stessi non è forse che una piccolissima parte di ciò che siamo, e tante, tante cose, in certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi.




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