Karma: l’esperienza mistica dei Mansur
Il progetto Mansur si presenta come un’esperienza extra-sensoriale in grado di conferire all’ascoltatore la possibilità di sentirsi in un limbo fra realtà e fantasia, mondo terreno e cosmo, tradizione ed innovazione.
Il background dei tre musicisti, Jason Kohnen (ex The Kilimanjaro Dakrjazz Ensemble), Dimitry El-Demerdashi (ex Phurpa e Martina Horvath, mette in risalto l’amore per sonorità sperimentali e fuori dall’ordinario, alzando inevitabilmente l’asticella delle aspettative per il primo album, Karma, in uscita l’11 dicembre 2020 per Denovali Records.
L’incursione nel mondo immaginifico dei Mansur parte dalle coordinate dark jazz di Kohnen e si sviluppa nella tradizione tibetana tanto cara ai Phurpa, ma il risultato finale assume sonorità diverse, ricche di elementi elettronici.
Bastano pochi minuti di Aurelius, in apertura, per catapultarsi immediatamente nella misticità surreale dell’album, che, fra elementi orientaleggianti e tappeti space ambient, permette alla voce sibillina della Horvath di prendere l’intera scena.
Amor Fati è una litania cantata alla luna piena in una notte fra le steppe eurasiatiche, mentre Memento Mori è un oscuro rituale sotterraneo, ricco di tensioni nascoste e vocalizzi d’altri tempi, prima di esplodere in un climax elettronico schizofrenico.
Logos gioca con sonorità eclettiche che vanno dalla new age al Tibet, passando per un ambient sui generis, proseguito ed amplificato nella sua proposta nella successiva Pathos, dall’atmosfera ancora più crepuscolare e decadente.
Menzione necessaria per Premeditatio Malorum, forse il brano che più di tutti riesce a racchiudere le caratteristiche dello stile dei Mansur, facendo convergere tutto il sound ascoltato nei pezzi precedenti in questo manifesto musicale.
Complessivamente, Karma è un buon lavoro, nato dall’incontro fra musicisti dalle idee differenti ma complementari, come dimostra il risultato finale. La proposta è sicuramente originale e fa della sua natura criptica l’elemento portante, come dimostra anche il concept alla base dell’album.
Al netto di qualche momento di stanchezza, dovuto inevitabilmente alla difficoltà stessa del lavoro, il progetto Mansur debutta in modo convincente, riuscendo nel compito di comunicare senza affanni le proprie idee.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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