Una formidabile emulsione di emozioni sonore per Manu Louis
Uscito il 10 di Maggio, Cream Parade è la seconda fatica discografica di Manu Louis, musicista, cantante e compositore belga, si rivela all’ascolto un album denso di attrattive sonore. Il CD, leggiamo nella nota stampa diramata in occasione della sua uscita, costituisce una passeggiata confusa guidata dai sintetizzatori.
Nove tracce per circa quaranta minuti di musica, il disco, uscito per la IGLOO Records e distribuito da Broken Silence e Socadisc, ha potuto godere di un patrocinio importante, essendo stato realizzato con il contributo pubblico della Federazione Vallonia – Bruxelles – Direzione generale per la cultura – Servizi generali per le arti – Settore delle musiche non classiche.
L’album, inizialmente, anche per via dell’utilizzo al suo interno della lingua francese, ha rievocato in me la figura di Serge Gainsburg (con il quale, peraltro, mi è parso il nostro avere una certa qual somiglianza anche fisica), il Gainsburg di You’re under arrest, qualcuno di voi lo ricorderà. Ora, l’album di Gainsburg, chi lo conosce già lo sa, è opera all’interno della quale hip hop, soul, disco e pop music si fondono, realizzando l’ennesima trasformazione musicale del francese, autore veramente eclettico, oltre che prolifico. Il disco di Manu Louis, dal canto suo, unisce e fa andare d’accordo in modo naturale e non frammentario tendenze musicali molto diverse tra loro come il Jazz, l’elettronica, l’hip-hop e una disco-pop sofisticatissima.
Una formidabile emulsione di emozioni sonore in apparenza reciprocamente inconciliabili, in “Cream Parade”, vi avvolge prima conquistandovi immediatamente. Canzoni come Internet, Efface e Data farm sono la dimostrazione che nelle arti (musica compresa) effimero e indelebile, spesso e volentieri vanno sempre insieme. Fossi in voi, Cream Parade lo ascolterei.
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