Maorooro: una forza sonora che genera dimensioni e mondi
Luca Perciballi e Francesco Cigana sono due musicisti attivi in ambito elettroacustico-impro-jazz, insieme hanno dato vita al nuovo progetto Maorooro nel quale uniscono forme e sonorità diverse con una pratica improvvisativa legata al gesto performativo.
Il duo focalizza la propria ricerca su incontri timbrici tra percussioni e chitarra elettrica, finalizzata a renderli indistinguibili. Tale ricerca è alla base di Empires, album pubblicato via Dissipatio, con i due impegnati nel plasmare un suono dalla forte componente narrativa e descrittiva, una dimensione sonora nella quale le forme passano in secondo piano per favorire l’esplorazione timbrica che delinea un linguaggio sconosciuto fatto di macchine e microcosmi sonori.
Perciballi e Cigana riescono a mantenere alta la tensione per tutto l’ascolto di Empires, con le percussioni e la chitarra amalgamate come nell’opener Belet Memories, per dar vita ad un tappeto sonoro in grado di fermare il tempo.
Perciballi plasma il suono della chitarra ottenendo dei droni che dialogano con i rumori e i clangori della ritmica, insieme generano una forza sonora espressiva e alienante manifestata nel suo massimo in Palomar Void Zone in cui il noise ottenuto dai suoni abrasivi delle chitarre e le ossessive trame ritmiche di matrice elettroacustica aprono la strada ad una singolare dimensione sonora. Ogni elemento trova il giusto spazio in una musica che si potrebbe rivelare inospitale se affrontata con un approccio sbagliato.
Attitudine punk e sonorità da club per Vestibular System, un brano che subito entra in testa grazie ad una ritmica martellante e alle chitarre trasformate in una grattugia distorta in supporto proprio alle percussioni di Cigana, tra i momenti più crudi e tribali di tutto l’album.
Autori di un disco degno di nota, i Maorooro suonano una musica libera che sfugge a definizioni precise, frammentata e feroce ma lo stesso tempo nitida, caratterizzata da ottime scelte timbriche.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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