Maquina: una pozione che ti farà ballare!
Ad un anno dal debutto con Dirty Tracks For Clubbing, i Maquina si ripetono con Prata, un album radicato nell’improvvisazione che cattura l’energia sfrenata del rock con la voglia di far festa dei clubbers.
Il trio di Lisbona miscela krautrock, techno industriale ed EBM riuscendo a ottenere una pozione tanto esplosiva, oscura ma allo stesso tempo ballabile.
Sette tracce di musica dance organica che è ugualmente punk e psichedelica, suonata senza un sintetizzatore da una formazione power trio chitarra-batteria-basso.
Veniamo alle canzoni, il trio mostra fin da subito i muscoli con Body control, l’opener è una traccia adrenalinica che rapisce grazie al suono asciutto, che non bada a frivolezze ma colpisce duro con ripetizioni krautrock e una sezione ritmica martellante. Dimenticatevi il suono freddo delle macchine, i Maquina suonano incandescenti con attitudine punk!
Il singolo Denial parla di un tumulto interiore e di una contemplazione inquieta. Un brano vorticoso, dal sound grezzo e distorto, con le urla del cantante che invitano a ballare. Il testo crudo ben si sposa con i suoni cupi e industriali partoriti dagli strumenti. Una botta di emozioni contrastanti è data dall’andamento pesante e dal riff ossessivo della chitarra.
In Kontakte battiti primordiali caratterizzano il solito incedere fermo e deciso mentre basso e chitarra disegnano una trama avvolgente come le spire di un serpente che ti soffocano all’esplodere della danza. Sei minuti e mezzo in cui volteggi ipnotici e sottofondi rumorosi si combinano con il solito incalzante ritmo.
Ci apprestiamo alla conclusione di Prata con un concentrato di violenza sonora dal nome di Concentrate. Una cavalcata impetuosa con la linea del basso che si allarga e la cassa della batteria che si gonfia, il basso è graffiante, insieme ti danno tanti di quei cazzotti che alla fine avrai dimenticato anche come ti chiami.
Prata è un’esperienza immersiva, un lavoro maturo che attinge dalle ripetizioni minimali del krautrock alla cassa martellante della techno, ottenendo un suono adrenalinico che forza i confini di questi generi. Attenzione, i Maquina stanno davvero diventando una forza da non sottovalutare.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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