I Marlene Kuntz cercano la bellezza ovunque.
30.20.10 è il tour dei Marlene Kuntz celebrativo dei trent’anni di carriera oltre che dei vent’anni di Ho ucciso Paranoia (1999), un tour che segue il cofanetto MK30 – Best & Beautiful contenente i brani più significativi della band e del progetto Beautiful e MK30 – Covers & rarities, un doppio vinile contenente cover e pezzi rari.
Questo tour autunnale è volto al recupero di quello estivo, annullato per via della tendinite del batterista Luca Bergia, che, da quanto ascoltato ieri, ha sicuramente recuperato con successo.
A Padova, all’Hall, si respira un’aria di fremente attesa, già dalle 20.30 una fila ordinata di pubblico si dispone all’entrata. Mentre si approda al palco uno schermo bianco con scritta nera titola MK 30.20.10. Tante facce distese e drinks fra le mani. Le luci iniziano a fluttuare con l’inizio del concerto alle ore 21.30 esatte.
Il fornito pubblico esulta con clamore, mentre le file si stringono verso il palco. I cinque Marlene si dispongono ed imbracciano gli strumenti per dare il via alla prima parte del concerto, un set acustico con percussioni, con dieci pezzi celebri e non, in cui fuoriesce l’anima più melodica della band. Lieve da il via all’esperienza che si preannuncia sul serio pregevole.
L’esperienza è completa anche attraverso le scenografie grafiche preparate apposta per il trentennale che celebra l’unione di un gruppo che ha segnato, positivamente, la storia della musica alternativa italiana.
Immagini di uccelli, farfalle ma soprattutto di corpi nudi femminili, non volgari ma assolutamente artistici, fluttuano sul video, mentre la melodica attenta e la voce di Godano accarezzano l’animo. Dopo La lira di Narciso approda Osja Amore Mio, quarta traccia dell’album Nella tua luce (2013), spiegata dal cantante come ispirata alla storia vera del poeta Acmeismo. Sua moglie Nadezda mentre lo stesso era vittima delle persecuzioni staliniane, decise di dedicarsi alla conservazione e al tramandamento delle opere che lui aveva composto, fino ad impararle addirittura a memoria. Il pezzo comincia, mentre lo schermo si tinge di rosso e di caratteri e parole in cirillico.
Il momento di Bella Ciao è sul serio emozionante, la cover uscita il 25 aprile scorso con la collaborazione di Skin; il video fu girato riferendosi a quanto stava accadendo in quei mesi a Riace, con l’arresto del sindaco Mimmo Lucano.
Dopo il trittico di Sapore di Miele, Fantasmi e Musa, la band rientra nel dietro palco, facendo segno che presto sarebbero ritornati.
Il momento di pausa è distensivo ma non noioso. Sul video ci sono le migliori cover dei pezzi dei Marlene Kuntz, vincitori del contest indetto per questa importante festa. Dopo anche delle spiegazioni registrate, il video ritorna immobile, le luci si riallineano, pronti per la seconda parte del concerto, questa volta in un set prettamente elettrico.
Attraverso questa bipartizione si può certamente comprendere la doppia anima dei MK: quella melodica, più angelica e riflessiva e quella più inquieta, rockers e fiammeggiante.
La copertina di Ho ucciso paranoia appare al centro dello schermo, mentre i cinque, questa volta senza alcun ausilio di sedie, attaccano i jack o impugnano le bacchette.
Una buona dose d’odio migliore iniziale scombussola gli animi, ci si inizia a muovere e a sfrenare, mentre il pubblico rinsavito dall’innamoramento ideale della prima parte, batte le mani a tempo e si sbriglia.
I pezzi da 90 comportano abbracci fra il pubblico, una ragazza accanto a me si copre gli occhi mentre sgorgano delle lacrime di mascara scivolando velocemente sul suo viso, una coppia d’annata ’70 inizia a baciarsi con sorrisi allargati.
Nel momento in cui cambiavo lo sguardo dal palco fino a diffonderlo sul pubblico mi sono resa conto del senso di festeggiare un trentennale in questo modo. Una dedizione totale al proprio pubblico, un ringraziamento per nulla velato agli ascoltatori che continuamente li hanno appoggiati a 360°.
Su Ineluttabile anche io ho un fremito, e quasi inizio ad odiare chi dinanzi a me impugna il cellulare per un video. Nella mia testa quel momento doveva essere vergine. Sfornito di ogni meccanismo di autoricordo digitale.
Anche la cover della Premiata Forneria Marconi viene accolta con emozione. Impressioni di settembre ondeggia nelle casse senza alcun tremore, mentre le bocche si sposano all’unisono cantando, e molti occhi sono chiusi, donando al pubblico un aspetto prettamente sognante.
In questo momento inizia a diffondersi la paura che il concerto sia finito, è inesorabilmente mezzanotte. Mai nulla di più sbagliato. Il concerto prosegue con attività strenua e stakanovista, tra visi grondanti di sudore della band e purtroppo anche alcuni problemucci tecnici, risolti senza alcun problema in men che non si dica.
La band è riconoscente di tutta la crew che li ha seguiti, c’è una lista lunga decina di nomi da ringraziare prima di approdare all’autopresentazione di se stessi.
Ecco qui che l’attenzione spicca alle stelle con Bellezza, A fior di Pelle, Nuotando nell’aria, sino alla ragguardevole e meravigliosa Sonica, terminata tra spirali spaziali ed elettronici, mentre una minitelecamera registra il lavoro fra decine e decina di pedaliere ed effetti in colori fluo.
Il ringraziamento per i Marlene Kuntz è sul serio autentico, mentre si accavallano gli applausi scroscianti del pubblico felice, agitato e per nulla stanco dopo 3 ore effettive di live.
Foto a cura di: Alex Astegiano
Fonte: Facebook
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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