Il fascino dell’arpa di Mary Lattimore
L’arpista di Los Angeles Mary Lattimore è tornata con un nuovo album: Silver Ladders. Il seguito dell’acclamato Hundreds of Days è una finestra sul mondo della Lattimore, un album intriso di fascino e nostalgia che vede l’artista americana affiancata dal cantante e chitarrista degli Slowdive, Neil Halstead, qui in veste di produttore e collaboratore.
Munita di arpa e loop station, con l’aggiunta al suo arsenale di theremin, chitarra elettrica e voce, la Lattimore ha racchiuso in Silver Ladders (Ghostly International – 9 ottobre 2020) sette racconti dallo stile caratteristico e raffinato: il pizzicare una corda dell’arpa corrisponde a toccare la parte più intima dell’anima.
La titletrackè il ricordo di un viaggio a Stari Grad, Croazia, sull’isola di Hvar: la melodia iniziale dell’arpa è incerta e delicata fino al momento in cui si aggiunge il synth con funzione di basso che accentua quella sensazione di fluttuare tra le acque che circondano l’isola.
Nei dieci minuti di Til a Mermaid Drags You Under si fa prepotente l’influenza di Halstead, la sua chitarra intrisa di riverbero conferisce quell’aspetto cupo e misterioso tanto caro alla formazione di appartenenza del musicista, mentre la melodia dell’arpa le attribuisce un carattere pacato e meditativo.
Ancora una volta la chitarra di Halstead accompagna l’arpa della Lattimore in Sometimes He’s in My Dreams: un inquieto carillon vibrante è l’immagine che i due riescono a disegnare attraverso un brano che si compone a strati.
Don’t Look parla di una tragedia sulla spiaggia: è il racconto di quattro adulti morti per salvare alcuni adolescenti dalle onde usciti per fare surf con delle tavole troppo leggere. Così come il mare in tempesta anche le note dell’arpa si panno sempre più forti e decise fino ad evocare l’ira di Nettuno attraverso l’uso delle corde basse.
La sublime bellezza di quest’album va ricercata nella capacità di raccontare piccoli e fragili attimi della vita e nel riuscire a disegnare questi momenti attraverso la musica. Se ne consiglia fortemente l’ascolto a tutti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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