L’asfissiante rete sonora dei MATA
Fan dei Einsturzende Neubauten, Coil, Swans, Alec Empire e dei Melvins, per voi dall’Italia arrivano i MATA. La formazione marchigiana è composta da Alessandro Bracalente (elettronica, voce e chitarra), Mauro Mezzabotta (basso e synth) e Emanuele Sagripanti (batteria ed elettronica), tutti e tre provenienti dal progetto Nevroshockingiochi.
L’intento della band è quello di portare avanti la decostruzione sonora e cognitiva intrapresa con l’esperienza precedente ma questa volta con un sound più asciutto e aggressivo rispetto al passato.
Archipel{o}gos, uscito il 4 ottobre 2019 per Only Fucking Noise, è il seguito dell’Ep ATAM del 2017.
Industrial, elettronica e noise rock sono condensati nelle nove tracce del disco, un lavoro in cui la band si è focalizzata sul ritmo, sperimentando le possibilità dell’utilizzo di grancasse sia elettroniche sia acustiche – quest’ultime messe in verticale e suonate con mallet o bacchette – declinate in innumerevoli caratteristiche timbriche a sviluppare un certo tribalismo, giocato nel continuo contrasto tra elementi caldi e elementi freddi.
Sin da subito i tre erigono un muro di suono impenetrabile: Message No.11 è ruvida e abrasiva, la ritmica martellante accompagna la voce scura e lancinante, mentre l’elettronica viene squarciata dai synth acidi.
Underwater è claustrofobica, ha un suono oppressivo che fa della ripetitività la sua arma di distruzione per asfaltare a suon di tappeti post industriali chi si trova davanti. Loop penetranti e tribali ci trascinano in un futuro fantascientifico.
L’angosciante The Block è tra le più interessanti tracce delle otto: l’oscuro noise si fonde con la ritmica tribale, con i MATA che vanno a ricercare ogni sfumatura del nero. Il loro è un quadro che oscilla tra il grigio e i toni spettrali, nella parte centrale della traccia il trio va a indagare l’elettronica quella più sperimentale e dalla struttura minimale.
Archipel{o}gos si chiude con gli otto minuti di Message No.29, la traccia cresce lentamente di dinamiche mentre i MATA destrutturano i suoni per toglierci ogni punto di riferimento, i suoni violenti ci destabilizzano e fanno in modo che la nostra percezione venga alterata.
Buona la prima per i MATA che con Archipel{o}gos ci consegnano un lavoro ricercato e curato nei dettagli che fa della potenza sonora e dei suoni spigolosi il marchio di fabbrica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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