Mats Eilertsen e il suo album “taglia e incolla”
Il bassista Mats Eilertsen ha pubblicato il suo nuovo progetto autoprodotto Reveries and Revelations, uscito il 14 giugno nel mondo e il 6 agosto nel Regno Unito, pubblicato da Hubro e Grappa Musikkforlag.
“È una specie di album solista, immagino, ma non nel modo in cui lo farei normalmente”, afferma Mats Eilertsen. “Volevo fare qualcosa che fosse emerso dal basso stesso. Normalmente avrei registrato un sacco di brani e visto quello che avevo alla fine, più o meno come sono stati registrati, questo invece è prodotto, tagliato, editato e stratificato sin dall’inizio”.
Un album solista,quindi, con l’ausilio di Arve Henriksen, Eivind Aarset, Geir Sundstøl, Thomas Strønen e Per Oddvar Johansen, realizzato con la tecnica del “cut and paste”, i musicisti infatti non hanno mai suonato insieme nonostante l’album sia realizzato da un supergruppo.
Nella prima traccia Nightride banjo e chitarra si mischiano al suono del basso, le linee sono fluide tanto che il basso ha una tonalità simile al violoncello, il tutto suona caldo e minimale come se fosse una soundtrack.
Tutto parte dal basso, se in Endless con le sue note rimbombanti il basso viene “frustato” per ottenere puro rumore, in Bouvet Blues fa sentire tutto il suo tocco magico, più jazz e virtuosismo ma meno sperimentazione per la quarta traccia.
Non mancano momenti in cui il basso crea passaggi inquietanti (Sibirean Sorrow), coadiuvato dalle percussioni e dall’elettronica, evocando paesaggi e frammenti sognanti.
L’album si chiude con l’incantevole Appreciate con la limpida bellezza della tromba fluttuante di Arve Henriksen a disegnare la melodia del brano.
Sebbene Reveries & Revelations sia composto da pezzi separati, può essere inteso come un’unica suite con la quale farsi dondolare e coccolare, ma soprattutto un album che mostra tutte le potenziali del basso di Mats Eilertsen.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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