Matteo Paggi: alla ricerca di nuovi linguaggi sonori
Nonostante la giovane età, Matteo Paggi è un trombonista con alle spalle già diverse collaborazioni, sia in ambito classico che jazz, su tutte quella con Enrico Rava col quale condivide il palco nei The Fearless Five.
Il musicista marchigiano ha dato vita a un progetto laboratorio che va ben oltre il concetto di disco, eliminando le barriere tra generi musicali: W O R D S è composto da sei tracce, quattro improvvisazioni, due registrazioni estemporanee, momenti free in cui ogni musicista cerca di completare la sfera sonora dell’altro andando a creare nuovi linguaggi sonori non classificabili.
L’album pubblicato il 15 febbraio per la Aut Records, vede coinvolti Irene Piazza al violino, Iara Perillo al flauto, Anja Gottberg al contrabbasso e Anton Sconosciuto alla batteria.
Bordoni iniziali e piatti aprono con eleganza la prima traccia La gente in discoteca nel futuro; i fraseggi dei fiati dalla natura anarchica sono accompagnati da una sezione ritmica di stampo elettroacustico. Jazz, classica ed elettroacustica si fondono dando vita ad una particolare potenza espressiva e compositiva.
Si prosegue con le atmosfere quasi sciamaniche di Speaking of Fossaverde: la terza traccia è composta da una linea di contrabbasso che va a formare la struttura portante del brano attorno al quale ruota la voce parlata mentre il suono del trombone viene utilizzato per colorare la composizione.
In Fossaverde risuonano prepotenti le armonie del violino e del flauto che sovrapposte diventano un sussulto per l’animo. La seconda parte della strumentale si presenta come un ampio movimento narrativo con le linee sonore dei fiati e degli archi che creano una gentile tessitura sonora talvolta vivacizzata da increspature, talvolta in passaggi al tempo stesso onirico e materico.
W O R D S si presenta come un affresco sonoro complesso ma sempre coerente, nel quale si mischiano toni ruvidi e pastello e dal quale si evince la perfetta interazione tra i musicisti e la voglia di Paggi di ricercare di nuovi linguaggi sonori.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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