Matthew Putman e Michael Sarian: bloccare il silenzio in una fredda New York City
Fin dall’inizio della pandemia ci siamo interrogati un po’ tutti sulle conseguenze economiche e soprattutto sociali che avrebbe provocato il lockdown. Le ripercussioni, come previsto, si sono perpetuate anche all’interno delle sinapsi creative. L’interrogativo che sovente accomunava critici musicali e letterari era:
“Come sarà narrata e musicata questa pandemia?”.
Matthew Putman e Micheal Sarian con Improvisation Vol. I hanno provato a rispondere in chiave jazz sperimentale a tutto ciò.
Improvisation Vol. I è una vera e propria ode meditativa al silenzio in cui era racchiusa la città di New York nel primo periodo del 2020. I due musici hanno collaborato a questo album con l’intento di interrompere ed onorare, al tempo stesso, la quiete.
Privati delle loro opportunità di eseguire musica dal vivo, infatti, i due, al culmine del lockdown, si sono rivolti l’uno all’altro, collaborando nei loro appartamenti e registrando il loro album di debutto free jazz in tre parti (Part. I, Part. II, Part. III). L’album poi, è stato registrato nei primi risvegli della città, a giugno, presso lo Studio Hicks in Brooklyn
La composizione è semplice anche se dicotomica: la tastiera di Putman e la tromba di Sarian si allontanano e si ricongiungono tra loro attraverso armonie conflittuali ora ed un grazioso duetto a cascata dopo. Non mancano nemmeno interventi di fischiettii vocali a mò di vento, e fruscii roboanti che creano – con meticolosità – l’effetto silenzio vissuto dalla città.
Matthew Putman è un membro di lunga data della 577 Records, etichetta con la quale esce il disco, e si esibisce regolarmente con la The Telepathic Band, un’ensemble che include Daniel Carter, Patrick Holmes, Hilliard Greene e Federico Ughi.
A quanto pare, questo è il primo di una lunga serie di composizioni free jazz che saranno rilasciati dal duo, insieme, ora come allora, in una polarizzazione musicale che, presa insieme, fa scintille.
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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