Mattia Loris Siboni: interrogarsi sul silenzio
«Il silenzio è l’unico modo che abbiamo per dire la stessa cosa». Questa frase è scritta all’interno di You’re Dead And It’s All Your Fault, album dei DasAuge. Da allora ho capito l’importanza del silenzio eho fatto di questa frase un mantra. A distanza di anni da quell’ascolto, Quiet Area Suite di Mattia Loris Siboni, mi ha spinto ad indagare sulle diverse tipologie del silenzio.
Dall’esplorazione di quest’ultimo come oggetto di indagine compositiva prende forma il secondo album del compositore, musicista e sound designer di Cesena. In uscita il 5 marzo 2021 per Slowth Records, il disco è una raccolta di quattro brani acusmatici, ogni traccia approfondisce il silenzio nel suo utilizzo differente e nelle sue forme diverse:l’evocazione, il richiamo al silenzio, è presente nella comparsa e nella scomparsa, nell’attesa, nel ricordo di una voce familiare, nei suoni residuali come nel paesaggio sonoro.
La prima traccia, Now Hush and Look Around, approfondisce il silenzio legato all’ascolto. Attraverso suoni materici e registrazioni cinematografiche (brevi citazioni tratte da 81⁄2 di Federico Fellini, Shrek della DreamWorks, Toy Story e Ratatouille della Pixar), Siboni spinge l’ascoltatore ad approfondire il lato più evocativo del silenzio. Il silenzio è protagonista ma allo stesso tempo risalta la forza delle parole.
Con Mind The Gap il silenzio diventa un unico flusso sonoro che dialoga con il rumore di fondo. Al variare dell’uno varia l’altro, con gli elementi digitali che compaiono e scompaiono per dare dinamicità alla traccia. L’unico elemento materico presente è la registrazione di un materiale vetroso. Il secondo brano fa del silenzio il centro e l’ombra della sua musica come ha fatto John Cage in passato.
Il cuore dell’album è la complessa e articolata Balumina. Nei nove minuti la suite trasforma il silenzio in un paesaggio sonoro mutevole, i fieldrecording diventano le sfumature di un dipinto, queste manipolate vengono utilizzate come fonti sonore che incarnano il caos urbano.
Chiude il cerchio Qui nella maestà del silenzio: il silenzio ambientale si fonde con il non-silenzio ponendoli in relazione con le parole che assumono la forma di epigrafi recitati che richiamano a elementi musicali e spesso citano il silenzio come elemento caratteristico del luogo stesso.
Al di là di quale forma assumi, in Quiet Area Suite, il silenzio ha sempre l’ultima parola. Che sia il suono della natura, del vuoto o di una città, o che assuma una forma meditativa, Mattia Loris Siboni accoglie il silenzio nella sua musica e lo rende il protagonista delle sue composizioni.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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