Max Casacci fa suonare la natura
Dal punk al reggae, passando per il cantautorato e non solo, la musica è un sempre stata un mezzo fondamentale per diffondere messaggi, che siano politici, sociali o di speranza. Si sa il mondo dell’arte oggi è cambiato, ma ciò non toglie l’importanza che ha la cultura nel sensibilizzare più gente possibile su temi urgenti che coinvolgo tutti.
Max Casacci lo sa bene, per questo motivo fa suonare la natura per sensibilizzare l’ascoltatore sui rischi che il nostro pianeta sta correndo. Earthphonia, questo il titolo del primo disco solista del chitarrista dei SubsOnica, esce l’11 dicembre 2020 per Sugar Music/Universal Music Italia in formato fisico allegato a un libro scritto insieme a Mario Tozzi.
L’album, un concept a tema ambientale, nasce dai suoni e dai rumori naturali trasformati in tessitura musicale, otto tracce create con i campioni della natura, un lavoro che riprende il processo utilizzato con l’album Glasstress, ma che in questo caso diventa un vero e proprio atto politico.
Suoni di uccelli, tuoni, vento, un collage che compone il primo ecosistema, quello di Delta (from the air), una traccia ambient ariosa e stupefacente composta da una trama di fieldrecordings e delicati intrecci armonici di sintetizzatori che danno vita ad uno spazio immaginario. Ta’Cenc (from the stones) è un brano realizzato in collaborazione con HatiSuara. In questa traccia le pietre suonano come percussioni, i suonivengono stratificati per ottenere una composizione che mette in evidenza nella sua tribalità la resistenza e la fragilità dell’elemento naturale.
Oceanbreath (from the sea) fa suonare l’oceano, le specie marine campionate diventano dei droni leggeri, una traccia dalla varietà timbrica e melodica impressionante che riesce a raffigurare bene l’ecosistema marino. Le creature dell’oceano diventano un coro che suona tanto leggero quanto violento, come nella parte finale della traccia, una bordata di suoni dritti in faccia. Roots Wide Web (from plants) dà voce alle piante, un microcosmo sonoro generato dai movimenti delle radici. Questi impercettibili movimenti danno vita a suoni che Casacci ha accelerato, rallentato e modificato fino ad ottenere una traccia ricca di impulsi e vibrazioni. L’album si chiude con il suono delle montagne di Terre Alte (from the mountains), una linea di basso robusta si fa strada tra i suoni del vento e degli animali, dai monti scorrono i ruscelli che con il loro fluire danno movimento alla traccia. I campanacci dei buoi formano la parte ritmica di quella che è una complessa traccia ottenuta dalla stratificazione di campioni.
Di questi tempi Earthphonia è un album necessario, un disco che riflette bene le tematiche ambientali attuali, un monito per scuotere la sensibilità umana in modo che si faccia qualcosa ora e subito per salvare la nostra “Casa”, il pianeta che ci ospita.
Earthphonia è più di un semplice album musicale, è un manifesto che dà voce alla natura.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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