Max Casacci, alla scoperta dei suoni del vino e della sua lavorazione
In un viaggio sonoro senza precedenti, Max Casacci ci invita a immergerci nel suo ultimo progetto, Through the Grapevine, in Franciacorta (Earthphonia III), dove il vino si trasforma in un palcoscenico acustico e i suoni della viticoltura si amalgamano in un’armonia innovativa.
Dopo aver esplorato gli ecosistemi naturali in Earthphonia e le vibrazioni urbane in Urban Groovescapes, Casacci intraprende un nuovo percorso che sfida le convenzioni musicali, abbandonando gli strumenti tradizionali per dare vita a una sinfonia di rumori e forme sonore inaspettate.
Con il rombo di un trattore che si fa linea di basso e il fruscio delle bollicine nel bicchiere che diventa un canto euforico, questa opera, in uscita il 2 aprile per 42 Records / 35 mm, promette di riscrivere la nostra percezione del mondo sonoro che ci circonda, in un gioco di fluidità e contrasti che solo un maestro della sperimentazione come lui potrebbe creare.
Through the Grapevine è composto da tre tracce, e la prima, intitolata Cantine, unisce i suoni delle botti, delle bottiglie e dei calici, catturando il movimento rotatorio del remuage e l’effervescenza delle bollicine attraverso microfoni ultrasensibili. Il tutto è accompagnato da una ritmica di “stappi” usati come percussioni. Il risultato è una produzione raffinata che mescola suoni ambientali e ritmiche elettroniche, evocando la magia delle lente e delicate trasformazioni del vino nell’oscurità.
La traccia centrale, Trattore (Vendemmia cassa dritta), prende il via dal suono dei grappoli che cadono, trasformandosi in una ritmica pulsante di cassa in quattro. A questo elemento si aggiunge il suono del mosto che si libera nella pressa, creando una melodia di note e accordi. Il rombo del trattore arricchisce il brano con due linee di basso avvincenti. Il risultato è una produzione electro perfetta per ballare, un rito dionisiaco collettivo che si trasforma in un rave trascinante, dove musica e ritualità si fondono in un’unica, vibrante esperienza.
In questo affascinante viaggio, Max Casacci ci conduce a riscoprire il vino e la sua lavorazione attraverso una dimensione sensoriale che va oltre il semplice assaggio. Dai vigneti, con il loro scorrere di stagioni e ritmi di vita, alle cantine, dove il tempo sembra fermarsi e le tradizioni si mescolano alle innovazioni, ogni suono diventa una narrazione.
Così, mentre ci lasciamo trasportare dalla sinfonia dei suoni che Casacci ha magistralmente composto, il vino, i suoi profumi e sapori, ci parlano in un linguaggio nuovo, rendendoci testimoni di una cultura in continua evoluzione, dove l’udito diventa il nostro veicolo di esplorazione e scoperta.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.