McKenzie Stubbert: trovare qualcosa dentro di sé
Waiting Room è il nuovo Lp del compositore e musicista McKenzie Stubbert con il quale il compositore di Los Angeles esplora il rapporto tra macchine e spirito.
Pubblicato il 18 agosto per Curious Music, il disco cattura il lato giocoso di McKenzie in contrasto con l’etica personale che fa da sfondo alla sua creazione. Dieci tracce nate dalla combinazione di elementi classici ed elettronici con gli scricchiolii e i click del piano, un Acrosonic del 1949, che vanno a formare la parte ritmica del disco.
L’album si apre con la malinconica Never I Know, un brano morbido dalle tenere melodie in stile Hauschka, soprattutto per l’uso dell’Acrosonic che suona come se fosse uno strumento preparato.
L’avvolgente trama di Ventomine è impreziosita dal violino di Tim Fain che, intrecciandosi con le melodiche progressioni del piano, dà vita ad un brano emozionante, in grado di suscitare nell’ascoltatore un profondo senso di tranquillità.
Turn è uno dei momenti migliori dell’album: un pezzo la cui melodia avvolgente e contemplativa è in continua evoluzione con i tintinnii del piano che fanno contrappunto ad alcune passaggi più ambient. Il suono è caldo e organico intarsiato di arpeggi scintillanti dalla natura minimalista che rendono la traccia bella e misteriosa.
In Iesana McKenzie Stubbert si è concentrato sugli elementi introspettivi del suo stile e, di conseguenza, la settima traccia è intrisa di emozioni interiori liberate attraverso il suono del pianoforte. Respir si alza e ricade su sé stesso in intricati schemi costruiti sovrapponendo parti diverse di pianoforte con gli archi.
In chiusura Further è una lunga suite di sette minuti e mezzo durante i quali il piano suona in maniera tumultuosa intrecciandosi con un synth, intraprendendo un passo a due che dà la sensazione di vagare senza una direzione ben precisa. La traccia è un continuo rallentare e accelerare il ritmo fino a dissolversi lentamente.
Sincero, emotivamente devastante, con Waiting Room McKenzie Stubbert si mette a nudo, alla ricerca di qualcosa dentro di sé.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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