Medicamentosa non convince!
Giunge al terzo Ep il producer Bruno Mari aka Medicamentosa.
È uscito il 25 gennaio Floodd, seguito di Iraglas (2015) e Ubuntu Cola (2018). L’Ep, pubblicato per Tempura Dischi, è un lavoro diviso marcatamente in due parti (una più sospesa e meditata, l’altra più psichedelica) in cui si omaggiano gli elementi aria e acqua, il singolo Avremo le ali e le branchie fa da spartiacque.
Floodd parla di una terra che va verso il collasso, quasi totalmente coperta dalle acque. Le tracce seguono l’adattarsi dell’uomo alle nuove condizioni che si presentano tanto da auspicare una vita sott’acqua.
Etopoiesi dà il via al concept. Un loop vocale su una ritmica martellante, alternata con suoni glaciali e galattici sono l’essenza della prima traccia. In Elafonissi i suoni si fanno più languidi, sonorità anni ottanta con quei synth pomposi tipici del periodo delle giacche con le spalline, cassa dritta nella parte finale e via tutti a ballare.
Avremo le ali e le branchie è frizzante con un break beat vivace. Sicuramente quello che convince meno in questa traccia è la voce di Bruno, tutto suona magicamente, se non fosse per la parte vocale che appare stucchevole, una nota fuoriposto.
Segue Sinis che vira verso l’ambient. In questa parte dell’Ep si cambia registro: suoni alcidi e celestiali con un interessantissimo pizzicato.
Balenabus è il sunto di tutto ciò che si è ascoltato nelle quattro tracce precedenti: torna la voce, ma in questo caso la prova convince di più, torna la ritmica serrata, i suoni restano belli freddi e la traccia si apre per diventare ballabilissima tra oscillatori e ritmica funk.
Floodd non convince del tutto, troppa carne a cuocere, dal pop all’ambient, da tracce cantate a strumentali con l’utilizzo di chitarre e bassi, manca di identità, di un sound che caratterizzi le intere tracce. Rimandato
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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