Thunderball: i Melvins cambiano pelle ma non l’anima
Nella sterminata discografia dei Melvins, o meglio di Buzz Osborne e le sue infinite incarnazioni, è difficile ormai stare al passo con tutte le nuove uscite fra dischi “canonici”, side-project e collaborazioni esterne di Buzzo. Fa un certo effetto, dunque, constatare che Thunderball, in uscita il 18 aprile 2025 per Ipecac Recordings, sia già il terzo disco a nome Melvins 1983, una sorta di gruppo nel gruppo che vede il batterista originale Mike Dillard in formazione assieme alle new entry Ni Maitres e Void Manes.
Inutile dire che da un punto di vista meramente musicale non c’è nulla di diverso da quello che ci si aspetta da Buzz e soci, a prescindere da chi siano effettivamente i suoi sodali di un viaggio caratterizzato, ormai da decenni, da suoni abrasivi e brutali. Nei cinque brani del disco, insomma, passano in rassegna tutti i canoni stilistici del Melvins sound, come dimostra prima l’efferatezza dell’opening track, King of Rome, tre minuti scandagliati da riff granitici e ritmi forsennati, poi la lunga Short Hair With a Wig, una lunga cavalcata puramente sludge, campo in cui i Melvins giocano in casa e continuano a farlo più che bene.
Dalla durata simile ma di diversa impostazione è Victory of the Pyramids, che parte con un riffone stoner e un ritornello che sembra mirare alla forma canzone tradizionale prima di deragliare nella seconda parte nel classico inferno melvinsiano. Chiude Venus Blood, che porta alle estreme conseguenze quell’inferno appena citato, regalando un tuffo nella discografia più datata del gruppo.
Nulla di nuovo all’orizzonte e sarebbe stato assurdo aspettarsi il contrario, Thunderball porta a casa il risultato come buona parte delle ultime produzioni dei Melvins senza la pretesa di risultare innovativo o rivoluzionario. L’impressione è che, soprattutto nell’ultimo decennio, la prolificità di Buzz sia spesso legata a dei buoni divertissement volti a realizzare le sue numerose e costanti urgenze di espressione, più sentite che pensate. E allora se Thunderball non aggiunge nulla alla discografia del gruppo (o meglio dei gruppi), allo stesso tempo fa piacere immaginarlo come uno dei tanti pezzi d’anima che King Buzzo sta traslando in forma sonora.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.