Le oscure e ammalianti trame di Michael Anklin
Esce per l’etichetta svizzera Sais Records il debut album del batterista, musicista elettronico e produttore Michael Anklin, droni, paesaggi sonori e schemi ripetitivi si trasformano lentamente in una cerimonia immaginaria dal titolo Mekonium.
Tra sperimentazione e musica rituale, le sette tracce di Mekomium sono caratterizzate dall’uso di tamburi acustici preparati, oggetti vari e manipolazioni sonore: Anklin parte da sorgenti sonore originali per svilupparle in modo da espandere lo spettro sonoro e ottenere composizioni vibranti e cupe.
Mekonium si occupa della sensazione, della condizione e della dilatazione del tempo attraverso il concetto di riduzione, ogni brano infatti comincia con il suono di un singolo strumento creando un tappeto sonoro dalle sinistre melodie.
In apertura in Chiaroscuro Anklin sfrutta le vibrazioni delle pelli ottenendo una serie di stridori utilizzati con i riverberi dello spazio annesso per costruire un flusso oscillante di frammenti sonori deformati e allungati. Ansiogena e disturbante, la seconda traccia Hagneck è un implacabile e denso movimento magmatico avvolto da una pesante atmosfera. Una perenne vibrazione sonica ottenuta registrando i suoni di una centrale idroelettrica vicino al lago di Bienne, il risultato è un intenso drone che non concede all’ascoltatore nemmeno un momento di pausa.
Con Ruba entra in gioco la componente ritmica che annessa al suono di corde metalliche percosse dà vita ad un raga ipnotico costruito attorno a cupe melodie. Zymosis invece contiene una decostruzione musicale del fagotto di Lucas Rössner, i suoni dello strumento sono stati sezionati con diversi tipi di microfoni e riuniti in un collage di basse frequenze che rimandano alla musica concreta.
Mekonium è un album dalla forza perturbante che mostra il personale approccio di Michael Anklin alla materia sonora, una visione contemporanea dall’attitudine cupa resa perfettamente attraverso le sette ammalianti trame rumoristiche del disco.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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