Michael Griffiths: trovare conforto nella musica
Dopo due anni dall’uscita dell’Ep Une Chapelle à La Campagne e un periodo trascorso in Islanda, il compositore polacco Michael Griffiths torna con il suo primo album, Things of the Dark, una raccolta di composizioni piene di dolore realizzate combinando pianoforte, sintetizzatori e batteria.
Pubblicato su Piano and Coffee Records, Things of the Dark è una riflessione sulle parti più oscure della vita, una raccolta di ricordi nata con lo scopo di trovare conforto ma anche significato nella musica mentre il nostro stava attraversando i momenti più difficili della sua vita.
In apertura la delicata title track evoca i primi Múm, la traccia si sviluppa lentamente partendo da un pattern elettronico fino ad evolversi in una semplice melodia di pianoforte suonata in loop tanto da diventare l’apertura della successiva Yfir.
La seconda traccia riflette la ricerca dell’accettazione di Griffiths e lo fa attraverso le avvolgenti progressioni del pianoforte accompagnate da una ritmica essenziale utilizzata in combinazione con le linee di synth per esaltare la componente emozionale del piano.
Brani come Soma Vol. 2 vertono sul suono edificante del pianoforte sostenuto da una leggera componente elettronica e dagli archi. Una composizione che sembra intrinsecamente ottimista, anche quando le scelte melodiche o strumentali sembrano piuttosto nostalgiche e decisamente malinconiche.
In Home le fluide melodie hanno la forza e la semplicità di un’esplorazione spirituale, una splendida composizione che esprime la sensazione di sollievo e gratitudine, caratterizzata dall’approccio “more is less”.
Con Mokka il nostro si avvicina alle fredde sonorità dei compositori del Nord Europa, un’esperienza davvero deliziosa che trova nel movimento sinuoso della melodia del pianoforte il tratto distintivo della composizione.
Things of the Dark è un album estremamente sincero che offre conforto a chi è stanco del mondo, ma soprattutto crea speranza per il futuro.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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