Michael Vallera: non sempre le cose appaiono come sembrano
Dopo All Perfect Days (2018) e Vivid Flu (2017), Michael Vallera giunge con Window In al terzo lavoro discografico. Pubblicato il 27 marzo 2020 dall’etichetta Denovali, il chitarrista e sound artistdi Chicago ci propone quattro nuove tracce, quattro mondi profondi che partono dalle registrazioni grezze della chitarra elettrica per poi essere alterate e manipolate attraverso il campionamento, cancellando la traccia per tornare all’origine del suono.
Vallera modella quattro tracce ambient fortemente instabili, dando densità, movimento e spazio ai suoi microcosmi, un sound minaccioso e maestoso in continuo mutamento.
Droni caldi in apertura della prima traccia, Blue Mind, dai toni splendenti interrotti da un improvviso collassare, un sali e scendi di emozioni fino a raggiungere la parte finale: una coda avanguardista fatta di lievi sussulti.
Seguono i tredici minuti di Deep Sleeping Exit in cuila chitarra di Vallera fluttua fino a sgretolarsi, un suono fragile che lascia l’ascoltatore attonito e distaccato dalla realtà, quasi come se il musicista gli facesse vivere un sogno, un’esperienza sensoriale che si realizza grazie al suo modo di sovrapporre e intrecciare gli elementi.
La title track è un flusso in continua crescita, un suono oceanico, come stare sott’acqua in apnea, Vallera ci fa entrare in una morbida bolla nella quale veniamo cullati. All’ascoltatore non resta che chiudere gli occhi e farsi trascinare in un luogo magico. Si passa da una bolla alla sensazione di ritrovarsi in una grotta ricca di riverberi e sibili naturali. Probabilmente la migliore tra le quattro.
Si ritorna con Hours a navigare in acque cupe, frastagliate, spingendo con l’ultima traccia la chitarra verso il suo limite massimo. I droni si fanno intensi, polverosi, lasciando emergere il lato più abrasivo della musica di Vallera.
Dimenticatevi la chitarra come siete abituati a concepirla, Vallera nel corso della sua carriera l’ha elaborata, spingendola verso nuovi confini, tanto da manipolarla per rendere il suo suono irriconoscibile, tutto ciò si è rivelato un’ idea vincente.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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