Un microcosmo di suoni naturali per i Minamo
Suoni eterei e minimali in mezz’ora di musica per la nuova uscita firmata dai Minamo. Il duo giapponese formato da Keiichi Sugimoto (chitarra e computer) e Tetsuro Yasunaga (computer e atri strumenti elettronici) ha pubblicato il 3 luglio 2020 per 901 Editions Superscience, seguito di Superstition, album nato dalla collaborazione con Moskitoo, pubblicato da 12k nell’aprile 2020.
Il titolo dell’album allude concettualmente a un organismo vivente in costante mutamento, formato da armonie straordinariamente pacifiche e mormorii digitali. Le stesse che il duo riproduce in musica.
Il lavoro, registrato all’Ochiai Soup di Tokyo l’11 maggio 2019, è un mix di ambient e sound design carico di suoni dilatati, riverberi e lunghi droni.
I Minamo basano il loro nuovo lavoro su trame intime in cui le chitarre si fondono continuamente con i microsuoni esplorando ogni singolo dettaglio dei suoni elettrici e facendoli interagire con gli strumenti acustici.
Superscience cresce di dinamiche per tutta la sua durata: parte con delle note che scorrono come gocce, delicate e fragili, per poi arrivare a un microcosmo di suoni naturali e frequenze frastagliate che creano disturbo, dando quel senso di errore e imperfezione tale di una performance impro. Un continuo intrecciarsi tra piccole tensioni elettriche e suoni dal sapore naturale, note sospese di un piano incontrano leggeri feedback e ronzii. Il tutto contribuisce a creare quelle leggere sfumature, solite degli album dei Minamo, in modo che Superscience superi il confine tra performance dal vivo e lavoro in studio. E quando subentrano le oscillazioni i Minamo ti prendono per mano e ti cullano per farti sentire al sicuro e protetto.
C’è poco da fare, i Minamo restano una delle realtà più interessanti in ambito impro – elettroacustico del Giappone e non solo. I loro lavori sono sempre di un’elegante naturalezza con quella attenzione al dettaglio che fa del duo dei grandi musicisti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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