Minus: l’arte dell’improvvisazione
Attivo dal 2017, Minus è un collettivo di base a Bologna impegnato nella ricerca di nuovi linguaggi per l’improvvisazione. Dopo la pubblicazione del 2019 di Sintagmi, un disco realizzato insieme a Daniele Carcassi e Giovanni Onorato, e ROUND pubblicato nell’ottobre 2020, il 18 giugno 2021 hanno rilasciato per Slowth Records il nuovo album CASA BASE nato da un progetto multimediale che comprende una serie di video-improvvisazioni.
Chi o cosa è il collettivo Minus? Come è nato e perché questo nome.
Minus è un collettivo che si occupa di improvvisazione in senso ampio, partendo da una prospettiva legata alla storia della musica elettroacustica. Attualmente conta otto membri stabili, ma collaboriamo molto spesso e molto volentieri con altri musicisti provenienti da altre tradizioni musicali come il jazz o il rock. Il collettivo è nato nel 2017 nella scuola di musica elettronica del conservatorio di Bologna, dall’incontro tra Marco Giampieretti, Simone Faraci, Niccolò Salvi, Matteo Pastorello e Federico Pipia e dalla volontà comune di avviare un percorso di ricerca nel campo dell’improvvisazione elettroacustica. Negli anni successivi si sono uniti al gruppo Giovanni Magaglio, Daniele Carcassi e Mattia Loris Siboni.
Il concept di CASA BASE è un game piece ispirato al gioco del baseball. In cosa consiste e come è stato sviluppato questo software.
CASA BASE non è un software, è un progetto multimediale che comprende una serie di quattro video-improvvisazioni e un album. Un game piece è un sistema di improvvisazione controllata, in questo caso pensato nello specifico per musicisti che suonano a distanza, e ispirato al gioco del baseball.
La parte più succosa del progetto sono proprio i video in ognuno dei quali due musicisti del collettivo bolognese sono impegnati da remoto nell’ardua ricerca di una sincronia. Suonare a distanza li pone di fronte al grande limite della latenza: il suono viaggiando da un musicista all’altro attraverso la rete deve necessariamente impiegare un tempo, rendendo molto difficile produrre volontariamente una perfetta sincronia degli eventi sonori. I musicisti cercano dunque un collegamento quasi telepatico che viene dall’esperienza del suonare insieme, ma soprattutto dalla ricerca di un livello di ascolto profondo.
Il disco approfondisce il progetto video con delle take alternative delle varie sessioni, delle short version e un remix firmato da Mattia Loris Siboni.
Nel baseball i giocatori sono divisi per ruoli tra difensori (il lanciatore e il ricevitore sono i due giocatori più impegnati) e attaccanti (battitori e corridori). Che ruolo hanno avuto gli otto musicisti nella partita di CASA BASE?
Il baseball ha fornito una ispirazione innanzitutto pensando all’organizzazione dello spazio in questo sport: sul campo da baseball i giocatori sono tutti molto distanti fra di loro e a collegarli c’è soltanto una palla, che viaggia da un giocatore all’altro. Questa condizione è molto simile a quella dei musicisti che nei mesi della pandemia hanno preso parte a concerti da remoto, costretti a lanciare idee musicali nell’etere sotto forma di dati. C’è poi unaltro aspetto del baseball che ha ispirato la composizione di questo sistema e che riguarda il concetto di sincronia. Nel baseball la relazione tra lanciatore e battitore è un duello perverso, dove il battitore è alla ricerca di una sincronia quasi impossibile da realizzare. Se vuole colpire la palla deve regolare il suo istinto sul tempo di percorrenza che questa impiega a raggiungerlo: dal calcolo istintivo di questa latenza dipende la sua sopravvivenza nel gioco.
A differenza di ROUND, il vostro primo disco, in cui comparivano diversi strumenti acustici ed elettrici, in CASA BASE ci troviamo di fronte a una apparente uniformità della strumentazione, quasi totalmente elettronica. A cosa è dovuta questa evoluzione del set up?
In questo progetto, vista la sua natura, abbiamo voluto mantenere un’atmosfera composta da sonorità puramente elettroniche, ma nel futuro torneremo sicuramente a collaborare con strumentisti acustici ed elettrici.
Le quattro session sono caratterizzate da sonorità differenti tra loro: da quelle sci-fi di CASA BASE #1 alle influenze elettroacustiche presenti in CASA BASE #2, dall’ordinata poliritmia di CASA BASE #3 al punk elettronico di CASA BASE #4. Oltre alla strumentazione, qual è l’elemento che lega le tracce del disco?
Uno dei punti focali della nostra ricerca sull’improvvisazione è sempre stato quello di costruire sistemi che potessero funzionare con qualsiasi tipo di organico e di sonorità. In ROUND, ciascuna delle quattro sessioni aveva un organico marcatamente diverso, ma il sistema attraverso il quale i musicisti sviluppavano la propria improvvisazione era lo stesso. Anche in questo caso le sessioni che compongono CASA BASE sono accomunate dallo stesso sistema, interpretato da musicisti diversi che vi hanno immesso il proprio stile e il proprio universo sonoro.
Come avete pensato di presentare CASA BASE visto che è uscito in pieno periodo pandemia.
CASA BASE è nato nella condizione forzata di non poter suonare insieme e dalla volontà di trovare comunque un modo di farlo, anche a distanza. Abbiamo già fatto una esecuzione dal vivo di questo progetto nella bellissima cornice di ORA-Orobie Residenze Artistiche in Valtellina, dove abbiamo suonato affacciati da due finestre della stessa casa immersi in un bosco: è stato un modo di suonare molto interessante che ha replicato l’idea della distanza e dello stare in casa coniugandolo però con la presenza sonora dal vivo.
Qual è il ruolo del musicista oggi in una società come la nostra che non ne riconosce neanche i diritti.
Non sappiamo dirvi quale dovrebbe essere il ruolo del musicista in generale. Possiamo dire che per noi la musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita sociale e spirituale della società umana, e che speriamo si possa tornare al più presto a fruirne in presenza in modo regolare.
Ci salutate con un messaggio che volete far arrivare al nostro pubblico.
Crediamo che nella nostra musica ci sia già tutto quello che abbiamo da dire. Un caro saluto a tutti i lettori di Radioaktiv.
Leggi la recensione dell’album CASA BASE QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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