Missing Ear: l’ascolto è un atto di ribellione
Più volte abbiamo parlato su queste pagine dei Baransu, l’imprevedibile progetto ambient-glitch di Matteo Gualeni e del grafico Michael Barteloni, oggi ritroviamo il batterista e sound designer milanese sotto le vesti di Missing Ear.
Messosi in proprio, Gualeni pubblica il suo primo album intitolato Skyquakes, rilasciato il 14 ottobre 2022 su Force Inc. – Mille Plateaux.
In questo lavoro il nostro approfondisce lo studio della percezione del suono e del modo in cui gli esseri umani comprendono e danno significato agli AS (Auditory Streams).
L’ascolto viene inteso come un atto di ribellione all’intorpidimento della realtà digitale, per questo motivo Missing Ear scompone l’approccio convenzionale alla composizione e esorta l’ascoltatore a impegnarsi a un livello più profondo incoraggiandolo alla partecipazione.
Skyquakes è caratterizzato da glitch multiformi e bassi taglienti come nel caso di Hangar, un brano dalle movenze intriganti. Un ambiente algido seppur in continua mutazione con la ritmica incessante a farla da padrona coadiuvato dal processing digitale, il tutto suonato con un’attitudine punk da disturbatore sonoro.
Lost and Found parte subito forte, un sound compatto e aggressivo supportato da una mitragliata ritmica e sintetizzatori colorati per un brano dalle ritmiche destrutturate, sonorità cerebrali e melodie impalpabili.
I synth si trasformano in carillon digitali in Bodily Sounds mentre la batteria sembra provenire direttamente da un qualsiasi disco di Aphex Twin. Melodie ossessive alle quali si aggiungono i patchwork Ebm mettono in campo un’idea di musica astratta in grado di far svegliare l’ascoltatore dal torpore della vita quotidiana.
19dB crea una fertile dimensione percettiva attraverso l’uso di breakbeat, dall’estetica cyber per una traccia connessa tanto al passato quanto al presente.
Missing Ear è un architetto del suono ispiratosi alle forme anni Novanta di Aphex Twin e Autechre, Gualeni le ha prese, rimodellate, costruendo il suo personale mondo chiamato Skyquakes.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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