I Mòn si confermano tra le formazioni più interessanti in Italia.
La band di Roma giunge al secondo album. Guadalupe, registrato da Giacomo Fiorenza, è il seguito di Zama, uscito a maggio 2017. Il disco è stato pubblicato il 25 gennaio 2019 per Urtovox Records con distribuzione Audioglobe/The Orchard ed è stato anticipato il 7 dicembre dal primo singolo, IX, a cui è seguito il relativo videoclip realizzato da Marco Brancato.
Carlotta Deiana alla voce, Rocco Zilli alla voce, synth e chitarra, Michele Mariola alla chitarra, Stefano Veloci al basso e Dimitri Nicastri alla batteria si presentano in punta di piedi con Mantis.
La prima canzone del disco, Mantis, è colorata e caratterizzata dalla ritmica esotica, da un bel groove e da quella coralità che ha da subito contraddistinto i cinque romani.
Interessanti gli intrecci melodici di When I Was a Child I Was Afraid of the Sea che ci regala un Michele Mariola fortemente ispirato alla chitarra. Protagonista indiscussa la voce sognante di Carlotta Deiana.
Moth ha tutti gli elementi classici di una canzone dei Mòn: le due voci che si intrecciano, un basso robusto, melodie oniriche fino al minuto 2:28 quando esce fuori tutto l’animo rock della band e le due voci si caricano di una forza mai ascoltata.
Il singolo IX è frizzante ed elettrico, con quel clap iniziale che fa subito presa. Una parte centrale strumentale vorticosa, ritmica serrata e synth quasi acido con i cori ad impreziosire il tutto.
Il cerchio si chiude con la malinconica June. Elegante, con l’uso dei fiati, rievoca quasi una corsa estiva in un campo di grano. Dà quell’immaginario, sarà il calore del sound e le due voci che risultano avvolgenti e sempre piacevoli.
Un nuovo album, un ulteriore step per i Mòn, maturi e con un sound più internazionale che italiano, la formazione romana sa bene in che direzione andare, forte e consapevole dei suoi mezzi.
Leggi l’intervista ai Mòn QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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